Si, lo so.
Ha i suoi limiti, come tutti del resto. Rappresenta il
vecchio, il passato. D'Alema l'abbiamo, l'avevo criticato molto, in altre ere,
per il suo modo di far politica, per il suo rapporto di amore odio con il
Puttaniere. Avrebbe potuto fare molto alla causa, ma non lo fece. Capace di
digerire un sottomarino, freddo e glaciale con gli avversari, non ha nessuna
probabilità di ritornare a galla, ed oggi potrebbe agire solo perché motivato dal
rancore che gli è tipico e con il quale ha sempre convissuto politicamente.
Avevo però necessità di sognare.
Fermo restando il no
al referendum, necessitavo ascoltare qualcuno che proponesse una ripartenza,
una novità, un pensiero atto a delegittimare quest'aria stantia, questo mix di
consociativismo, questa cloaca melmosa in cui tutto è uguale all'altro, senza
distinzioni, senza differenze.
Non è reato anelare a qualcosa di nuovo, di fresco, di
solido, d'immarcescibile.
Ho ascoltato con interesse già che ha detto: la tesi
della ricostruzione di una forza lontana anni luce da Confindustria, dai
potentati infiltrati nella nuova balena bianca capeggiata dal Bomba.
Sognare è gratis, per tutti: D'Alema che incorona il
Papa quale unico uomo attualmente accostabile ad ideali di sinistra, un raro cameo.
In effetti, non ci sono cavalli di razza in giro, i
nuovi sono più vecchi di coloro che si vorrebbe rottamare.
Coltivare un sogno, avere un riferimento politico, un
opificio per coltivare idee di libertà, di democrazia, di equità. Questo ho
assaporato uscendo dall'incontro con Baffino. E mi era compagna soltanto la
Superluna.
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