Chissà questa mattina aprendo la finestra del proprio
ufficio che penserà un dirigente, un assistente e sicuramente un presidente di
uno dei tanti parchi nazionali presenti sul nostro territorio. La gioia
invaderà l'ambiente mescolandosi al salto di stambecchi, alla curiosità delle
marmotte, al rincorrersi dei daini. Nulla è precluso, penseranno i dirigenti,
nulla è impossibile in questo meraviglioso paese! Non servono competenze, men
che meno curricula, le esperienze le possiamo gettare nel cesso. Sogneranno i
direttori dei parchi, carriere all'agenzia spaziale europea, alcuni si
spingeranno ad immaginare un incarico solenne alla ricerca di nuove particelle
al Cern, molti guardando ungulati correre felici sotto i larici, i pini rossi,
fantasticheranno un contratto con qualche major per il prossimo Mission
Impossible.
Si, perché in Italia dopo la nomina di Arturo Diaconale,
presidente del Parco Nazionale del Gran Sasso, a consigliere RAI nulla è più
come prima e tutto sarà per tutti. Che importa sapere di frequenze, palinsesti,
contratti, programmazione, ascolti, politiche per rifondare una televisione
pubblica per portarla ad essere voce aperta ad ogni ideale, ad ogni pensiero,
un mezzo formativo per un progresso non ancora decollato? Nulla, non serve a
nulla!
Occorre essenzialmente un solo ed indefesso requisito: una lingua
felpata e schioccante, per un prono atteggiamento remissivo atto a non
disturbare il compagno di viaggio del padrone fiorentino odierno, un attempato
puttaniere proprietario di varie tv commerciali, mai frenato, mai
ridimensionato, mai ostacolato in questa corsa forsennata a limitare la libertà
personale di ognuno di noi.
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