Un luogo ideale per trasmettere i miei pensieri a chi abbia voglia e pazienza di leggerli. Senza altro scopo che il portare alla luce i sentimenti che mi differenziano dai bovini, anche se alcune volte scrivo come loro, grammaticalmente parlando! Grazie!
martedì 14 luglio 2015
Andiamo!
E' tutto pronto a Bolano per l'edizione 2015 di "Pace e diritti in festa" che si terrà dal 17 al 19 luglio al campo sportivo. Tutte le sere dalle ore 19.00, domenica dalle ore 11.00, incontri, musica, libri, mostre, bar equo-solidale, cucina tradizionale ed etnica.
Durante questa bella iniziativa, il mio grande amico Marco esporrà delle foto scattate durante un suo recente viaggio a Ventimiglia, dove ha portato solidarietà ai profughi bloccati dalla gendarmeria francese.
Allego il suo stupendo messaggio per l'esposizione fotografica.
Mi raccomando! Partecipate numerosi! E naturalmente... pernacchioni a Salvini!
Ci sono luoghi dove l' Europa delle nazioni ha rivelato la sua natura, non perché lo volesse ma costretta dalla pressione degli eventi.
Negli anni novanta, prima del trattato fondativo dell’Unione, due su tutti, Sarajevo e Sebrenica, teatri di un massacro annunciato, vittime immolate sull’altare delle reciproche ragioni di stato.
Oggi, con istituzioni europee articolate e operative, altri scenari, altri attori, stesse stragi.
Lampedusa, Ceuta, Mililla.
Bastioni di una sofisticata fortezza che difende con brutale cinismo la qualità della vita di una minoranza di ricchi, la prosperità di una casta costruita sullo sfruttamento secolare e l'esclusione di interi continenti da cui non si deve neppure provare a scappare.
Atene, la madre della civiltà europea.
Contro il popolo greco e contro il primo governo che ha osato alzare la testa e denunciare l'uso coloniale del credito l'Unione reagisce coerentemente come un'oligarchia al servizio della finanza e rende esplicito il significato della moneta unica: un violento metodo di governo.
Ma ci sono due luoghi dove le favole belle dei diritti civili, della solidarietà, della Convenzione di Ginevra, del sogno di Ventotene, sono apertamente smentite e dolorosamente irrise, sotto gli occhi di tutti.
Uno è Calais, l'altro Ventimiglia.
Due buchi neri dove migliaia di uomini e donne che hanno l'unica colpa di essere nati nel posto sbagliato sono impediti dalle polizie europee nel loro sacrosanto tentativo di raggiungere membri della famiglia emigrati in Germania, Francia, Svezia, Olanda...
O anche solo ragazzi in cerca di acqua, cibo, presidi ospedalieri, sicurezza, un posto dove andare, una possibilità.
Ho incontrato i ragazzi di Ventimiglia insieme a Omar e Mauro, gli amici del g.a.n. della Spezia. Sono quasi tutti sudanesi. Hanno attraversato due deserti, il Mediterraneo, tutta la penisola. Hanno visto morire di sete o annegati i loro compagni. I sopravvissuti bivaccano da un mese sugli scogli di fronte alla frontiera sorvegliata dalla polizia francese. Non li fanno passare.
Lampedusa, Atene, Calais sono i luoghi della vergogna ma anche la terra dove germogliano, quasi per miracolo, piccoli semi di umanità diversa.
Nelle cucine improvvisate ai giardinetti dai ragazzi dei centri sociali di tutta Europa, sotto i gazebo delle organizzazioni umanitarie, lungo i sentieri percorsi di notte per aggirare l'inutile invenzione del confine di stato, migranti e giovani europei si incontrano e si riconoscono compagni di strada.
Più forti delle banche centrali, delle paure diffuse dall'informazione di regime, più forti del becero razzismo di chi rastrella consenso elettorale con il vecchio trucco del capro espiatorio. Più forti dell'ipocrisia odiosa dei sedicenti riformisti pronti a sparare sui pescherecci con la scusa grottesca della lotta ai trafficanti di uomini. Più forti di tutto.
Migranti e ragazzi senza nome, amici che si riconoscono su quelle linee immaginarie che vogliono cancellare perché, nella realtà, non sono mai esistite, proprio come i vestiti dell’Imperatore.
L’imperatore li schiaccerà ma rinasceranno, perché sono immortali.
A loro sono dedicate queste fotografie.
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