Se un giorno la nostra nazione venisse spazzata da un moto ondoso economico e rimanessero resti di antiche cibarie frutto di corruttela e se qualcuno tra due secoli cercasse di capire del perché una nazione così importante una volta abitata da eroi, poeti e navigatori fosse decaduta a tal punto di scomparire e trovasse questa lettera, sicuramente esclamerebbe "adesso ho capito! Non hanno dato ascolto a questo saggio scrivente"
La Lettera in questione fu scritta da Luigi Preti (1914-2009) esponente del Partito Socialista Democratico Italiano, già membro dell'Assemblea Costituente ed ex Ministro dei Trasporti e indirizzata a Franco Reviglio a quel tempo Ministro del Bilancio.
Leggetela attentamente.
Oggetto: l'Alta Velocità Ferroviaria.
La data in cui fu scritta: 13 febbraio 1993
Questo è un estratto della stessa:
“Comincio
col dirti che non è in nessuna maniera accettabile la tesi che l'Alta velocità sarebbe ‘un sostegno
allo sviluppo e all'occupazione’ nonché ‘uno
strumento utilizzabile per ridare
ossigeno all'industria nazionale’.
Se si
tratta di aiutare la FIAT, l'IRI e l'ENI – che sono
i General Contractor – per fare guadagnare ad essi qualcosa, può
esser compreso da alcuno, ma non da me.
L'industria non si sviluppa con
questi lavori di costruzione, ma con imprese destinate a durare.
D'altro lato,
dieci o quindicimila persone eventualmente
impegnate per alcuni anni nei
lavori dell'Alta velocità sono ben piccola cosa sul fronte dell'occupazione. Senza
contare che altri lavori, intesi a mettere a posto tante
linee ferroviarie in pessime
condizioni già esistenti, darebbero almeno lo stesso risultato.” (...)
“La
delibera del 9 dicembre '92 del Bilancio, del Tesoro e dei Trasporti, della
quale tu mi invii copia, stabilisce che
lo Stato (ossia le Ferrovie) non dovrà pagare di
interessi più di 5.500 miliardi
per l'intera costruzione della tratta Torino-Milano-Napoli.
Gli eventuali superi
dovrebbero essere pagati dalla TAV con i proventi della gestione.
Ciò mi pare
assurdo, perché non esistono ferrovie attive in nessun Paese del mondo.” (…)
“Quando io
sarò morto e tu, Necci, Tesini e Barucci sarete vecchi, colui che presiederà al momento la TAV dirà
che non è umanamente possibile fare ciò che il
documento prevede. Così come io
ho sempre detto, pagherà tutto lo Stato dei nostri figli e nipoti.” (…)
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