mercoledì 24 giugno 2015

Che lettera!


Se un giorno la nostra nazione venisse spazzata da un moto ondoso economico e rimanessero resti di antiche cibarie frutto di corruttela e se qualcuno tra due secoli cercasse di capire del perché una nazione così importante una volta abitata da eroi, poeti e navigatori fosse decaduta a tal punto di scomparire e trovasse questa lettera, sicuramente esclamerebbe "adesso ho capito! Non hanno dato ascolto a questo saggio scrivente"

La Lettera in questione fu scritta da Luigi Preti (1914-2009) esponente del Partito Socialista Democratico Italiano, già membro dell'Assemblea Costituente ed ex Ministro dei Trasporti e indirizzata a Franco Reviglio a quel tempo Ministro del Bilancio.

Leggetela attentamente.

Oggetto: l'Alta Velocità Ferroviaria.

La data in cui fu scritta: 13 febbraio 1993

Questo è un estratto della stessa:

Comincio col dirti che non è in nessuna maniera accettabile la tesi che l'Alta velocità sarebbe un sostegno allo sviluppo e all'occupazione nonché uno
strumento utilizzabile per ridare ossigeno all'industria nazionale
Se si tratta di aiutare la FIAT, l'IRI e l'ENI che sono i General Contractor per fare guadagnare ad essi qualcosa, può esser compreso da alcuno, ma non da me.
L'industria non si sviluppa con questi lavori di costruzione, ma con imprese destinate a durare. 
D'altro lato, dieci o quindicimila persone eventualmente
impegnate per alcuni anni nei lavori dell'Alta velocità sono ben piccola cosa sul fronte dell'occupazione. Senza contare che altri lavori, intesi a mettere a posto tante
linee ferroviarie in pessime condizioni già esistenti, darebbero almeno lo stesso risultato. (...)
La delibera del 9 dicembre '92 del Bilancio, del Tesoro e dei Trasporti, della quale tu mi invii copia, stabilisce che lo Stato (ossia le Ferrovie) non dovrà pagare di
interessi più di 5.500 miliardi per l'intera costruzione della tratta Torino-Milano-Napoli. 
Gli eventuali superi dovrebbero essere pagati dalla TAV con i proventi della gestione. 
Ciò mi pare assurdo, perché non esistono ferrovie attive in nessun Paese del mondo. ()
Quando io sarò morto e tu, Necci, Tesini e Barucci sarete vecchi, colui che presiederà al momento la TAV dirà che non è umanamente possibile fare ciò che il
documento prevede. Così come io ho sempre detto, pagherà tutto lo Stato dei nostri figli e nipoti. ()

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