Ritornando sulla dipartita di Blues Boy King quello
che avverto non è il classico senso di vuoto, in genere stagnante, allorché
qualcuno di importante per ciascuno di noi lascia il Pianeta, ma il desiderio
di riempirlo, di far sapere, di spronare coloro che, giovani e con altri gusti
musicali, non conoscono le gesta di Blues Boy King e della sua Lucille, al
secolo Gibson Custom Shop ES-335.
Blues Boy è stato per me il classico amico(a) della
categoria "quello che c'è sempre", che conosce tutto di te, con cui
puoi evitare di raccontare antefatti, passando al sodo.
Scorribande musicali ne
ho sempre fatte, ho come tutti brani da ascoltare in determinate situazioni,
sono certo che alcuni pezzi dei grandi del Rock potrebbero risollevare
mentalmente chiunque, uno o due riaprire sepolcri, altri talmente
depressurizzanti e con "effetto cipolla" da poter essere ascoltati
solo dopo aver trovato il secondo "Turista per sempre" o con Bar
Refaeli che ti sta citofonando sotto casa.
Blues Boy King e Lucille erano
invece sempre lì con il mazzo di chiavi aprente i cassetti della tua fantasia,
della meditazione, della ripartenza per ogni dove.
Erano l'essenza del
significato di Musica, da non confondersi con il "rumore" imperante
oggi che, forse dittatorialmente, non inserisco nell'arte musicale.
Blues Boy
King e Lucille non ci hanno lasciato motivetti da fischiettare in bagno durante
la rasoiata quotidiana o in macchina durante un'estenuante coda estiva.
Solo
un semplice ma basilare chiavistello per scoprire nel segreto l'utile per il
divenire, una pozione per rinverdire i talenti e dare il giusto peso alle cose.
Musica da ascoltare, da sognare.
Chi ha avuto la fortuna di veder vibrare
Lucille, ha da oggi un compito preciso: abbattere l'ignoranza su Blues Boy
King, combattere il pressappochismo del "sembrano tutte uguali",
agevolare l'incontro con questa sorgente di arte da cui provengono tanti
generi, tanti stili, tanta buona Musica da assaporare gelosamente, utile per la
genialità, fondamentale per differenziarsi dai primati.
Lo dobbiamo,
riconoscenti, a Blues Boy King e alla sua Lucille.
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