A volte musiche che ritornano risvegliano sapori mentali, sensazioni svanite ma così bene interiorizzate da rinascere ogniqualvolta una nota, un suono le riportano a galla.
Ascolto alla radio musiche pop degli anni 70-80 ed alcune riescono a vangare lo strato del tempo su emozioni intronizzate quali il ritorno a casa dopo una mattinata a scuola: il percorso, la maggiore grandezza dei marciapiedi legata alla mia statura allora microscopica, i pensieri che rinascono negli zaini, maggiormente riempiti da positività.
Le strade meno trafficate, la tranquillità del pomeriggio vissuto nel marsupio famigliare, i progetti del tempo legati al divertimento, gli amici e gli scherzi, la pienezza del vivere, pur se deficitaria di tv a colori, di canali, di trasmissioni, di serie idiote, di commenti e commentatori, di moviole, di notizie, di cellulari, di Facebook.
La pienezza era dentro di me e non la ricercavo in optional artefatti, in azioni soddisfacenti eventuali giudizi degli altri; non c’erano in giro ragazzine travestite da donne vissute, non c’era il silenzio degli altri soffocato dal rumore di musiche agghiaccianti.
Si ritornava a casa ascoltando musica dalle macchine, o fischiettate in allegria, la radio in camera nel meriggio le ripeteva ex novo.
Il cuore e soprattutto il cervello erano accesi fin dal mattino e ci governavano non lasciandoci in balia degli altri.
Altri tempi, altre sensazioni, altre emozioni.
Già!
Le emozioni...
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