domenica 24 agosto 2014

Annacquato

Come in un bar di campagna dove per ingannare il tempo che pare non voglia scorrere, alla prima pallida e sgangherata idea tutti entusiasticamente si gettano a capofitto nell’iniziativa per colmare l’ansia dormiente sorta dal malefico quesito moderno “gli altri si accorgono che io esisto?”, così la moda Ice Bucket apparentemente pro SLA, sta saziando l’ego di chi si alimenta grazie ai rotocalchi, media ed affini.
Il Bill Gates che si sta camuffando da lustri da filantropo, rimanendo però ai primi posti dei più ingordi del pianeta, con un’ottantina di miliardi di patrimonio, ne costituisce l’emblema. Pare infatti che molti, moltissimi, ricconi ripresi ad annaffiarsi siano di braccino corto al momento di staccare un assegno che confermi la volontà di essere vicino a chi soffre di questo terribile male.
Ne ho conosciuti di sofferenti di SLA e tra questi uno è riuscito a trasmettermi valori immensi nei pochi momenti, per mia negligenza,  in cui gli sono stato vicino. 
Abita ancora a Le Grazie e il suo amore per la vita mi ha fatto superare momenti difficili, mi ha insegnato cosa voglia dire lottare per continuare il cammino in questa vita. Ho vissuto esperienze forti con chi per grattarsi il naso o pulirsi dopo i bisogni necessita di qualcuno accanto e sé, apparentemente per aiuto di natura dinamica, in realtà in uno stravolgimento generante un meccanismo misterioso che, invertendo le forze in campo, generalmente porta l’assistente a beneficiare maggiormente dall’incontro con l’assistito.
Ho sempre ammirato amici che furtivamente, segretamente, senza secchi d’acqua versati in testa, hanno alimentato il turno full time necessitante a Paolo per continuare a vivere egregiamente come lui fa. Persone che sommano alla quotidianità, il servizio in amicizia che permette ad entrambi di crescere in uno spirito comunitario ed efficace.
Sicuramente per la ricerca di fondi, questi filmati potranno risvegliare coscienze e versamenti bancari.

Rincorrere però visibilità da parte di chi ne è, purtroppo per lui, servo genuflesso, avendo la faccia di bronzo di sfruttare anche questa occasione al fine di riportarsi alla ribalta vitale per il proprio sostentamento interiore, rovina il tutto, al solito, come ogni iniziativa lodevole invasa da chi verniciandosi di bontà ed altruismo, rincorre scopi egocentrici ed egoistici, infangando lo straordinario sottobosco del volontariato solidale gratuito, vero rotore di bene da impiegare in questa apparentemente impari lotta contro la negatività di una società sempre più stordita dalle sirene del vuoto a perdere.

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