lunedì 23 settembre 2013

Con gli Avi a vendemmiar!


Ho partecipato ad una modesta ma liturgica e storica vendemmia! 
Storica perché partecipo ad un lascito dei padri, degli avi, immergendomi in una sequela che si perde nelle origini dell'umanità. 
Il vino che allieta il cuore dell'uomo cantava il salmista più di duemila anni orsono. 
Parteciparvi è salire sulla giostra emotiva di chi gioisce dei frutti della terra, di chi è cosciente di far parte di un Creato al suo servizio ma meritevole di rispetto. 
Ogni grappolo che mettevo nella cesta mi sussurrava momenti di gioia a venire. 
Gustare del nettare che si trasforma in vino è proprio "gaudium magnum"; udire l'inizio del ribollio della botte ti apre le porte della magia della vite. Il profumo, le mani sporche, il mosto, il torchio, le damigiane ancora piene del vecchio, le risate, la fatica, l'attesa del pranzo: una meravigliosa replica di una commedia millenaria! Poi scopri che la magna suocera ha modificato il canovaccio vendemmiatorio: niente stoccafisso! 
In sostituzione .. faraona! 
Ohhhh! 
Si odono da distante il clapclap delle mie papille! Pranzo epico in onore del mosto in ebollizione, con dio Bacco che porta per l'occasione di quello buono. 
La consequenziale pennica certifica e canonizza la giornata, la storica giornata del rito antico della vendemmia che scuote gli orpelli, spalanca le finestre occluse da cazzate e finti idoli per farmi gustare questa mia umanità millenaria di cui sono particolarmente fiero.

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