Rischio ibrido. Il nemico avanza, sarà uno “scudo” che ci seppellirà
DI ALESSANDRO ROBECCHI
È tutto ibrido, gente! Si porta, va di moda, fa fico. E a pensarci bene, be’, sì, tutto può essere guerra ibrida. Metti che ti prenotano la visita urgente tra due anni, sarai portato a pensare che è una mossa di guerra ibrida per minare la tua fiducia nello Stato e iscriverti ai russi. Quindi ok, ci sto, guerra ibrida! La Commissione europea corre ai ripari e annuncia uno Scudo Democratico, che servirebbe a controllare il flusso infinito e costante delle informazioni, e a decidere se si tratta di un attentato alla stabilità europea, alla democrazia, alla sicurezza, e insomma, alla fine, se una cosa si può dire oppure no. Presentato (già nel 2024) come una sentinella della verità, contro le fake news, la disinformazione e le interferenze straniere, lo scudo rischia di diventare una notevole manganellata alla libertà d’espressione, perché il problema eterno delle cose ibride è stabilire il grado di ibridazione e soprattutto chi lo decide.
Non voglio negare a priori che esista da qualche parte (a San Pietroburgo? A Mosca?) una stanza buia da cui hacker espertissimi ci inondano di false informazioni, per carità. Diciamo che da abituale consumatore di informazione, scritta, orale, visiva, stampata, social, non mi sembra il principale problema del momento. Mi sento spiato? Osservato? Monitorato? Certo che sì: basta che io dica al mio amico Gino che intendo comprare uno zaino, che in meno di un’ora ho il telefono e il computer pieni di zaini, offerte per zaini, zaini pazzeschi e all’improvviso tutti vogliono vendermi uno zaino. Avrei bisogno di uno scudo democratico, in effetti.
Naturalmente, lo scudo di Ursula pensa soprattutto ai russi, lo capisco. Con lo stesso zelo con cui dobbiamo passare risorse dal welfare alle armi, per difenderci, dovremmo cedere un po’ di libertà d’espressione per proteggerci dalla peste ibrida, che sarà mai! Il piano (Media Resilience) prevede anche finanziamenti ai media “indipendenti e locali”, qualunque cosa significhi, soldi comunque erogati dalla Commissione, quindi indipendenti per modo di dire. Ma non importa: se l’obiettivo è difendersi dagli agenti di potenze straniere, io ci sto. Per esempio ricordando che l’intera informazione elettronica del pianeta è in mano a quattro, forse cinque persone, multimiliardarie, che erano quasi tutte all’incoronazione dell’Imperatore d’America, alla cui elezione hanno contribuito con fior di milioni. Sono una manciata di aziende, molto più potenti degli Stati nazionali, a proposito di risorgente nazionalismo, che decidono cosa venderci, come, quando, quali sono le notizie che ci possono interessare, quali quelle che possiamo scrivere o condividere, che posseggono i nostri dati e che sanno di noi più di quanto ne sappiano mogli, mariti, colleghi e amici stretti. Insomma, sì, c’è una guerra ibrida, con pochi e potentissimi attori che la guidano – un monopolio planetario protetto dalla prima potenza mondiale, quella dell’Imperatore di prima – che sfuggono a qualsiasi regolamentazione, e la stiamo perdendo alla grande. Non è da questo che ci difenderà uno “scudo democratico”, temo. Temo che servirà di più a controllare quel che si legge e si scrive, se sia o meno allineato, se “il nemico ti ascolta”, o addirittura ti parla per bocca di Farfallina71 o attraverso un convegno universitario sgradito, o un media non conforme che non si riesce a controllare in altro modo.
Intanto, per la mia personale guerra ibrida, un post-scriprum: l’ho comprato, lo zaino, potete smetterla di importunarmi.
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