Un luogo ideale per trasmettere i miei pensieri a chi abbia voglia e pazienza di leggerli. Senza altro scopo che il portare alla luce i sentimenti che mi differenziano dai bovini, anche se alcune volte scrivo come loro, grammaticalmente parlando! Grazie!
martedì 16 dicembre 2025
L'Amaca
Effettivamente
Il Bullo
Il bullo mondiale: la nuova America
DI JEFFREY SACHS
L’ultimo memorandum del presidente sulla Strategia per la Sicurezza Nazionale considera la libertà di coercizione come l’essenza della sovranità degli Usa.
Documento inquietante che, se lasciato in vigore, finirà col perseguitare il Paese.
La Strategia per la Sicurezza Nazionale (Nss), pubblicata da Trump, si presenta come un progetto per una rinnovata forza americana. È pericolosamente fraintesa sotto quattro aspetti: 1) La Nss è ancorata alla grandiosità: la convinzione che gli Usa godano d’una supremazia senza pari in ogni dimensione chiave del potere; 2) Una visione del mondo machiavellica, che tratta le altre nazioni come strumenti da manipolare a vantaggio dell’America. 3) Un nazionalismo ingenuo che liquida il diritto e le istituzioni internazionali come ostacoli alla sovranità del Paese, anziché come strumenti che rafforzano la sicurezza statunitense e globale. 4) Segnala un uso violento da parte di Trump di Cia ed esercito. A pochi giorni dalla pubblicazione dell’Nss, gli Usa hanno sfacciatamente sequestrato una petroliera che trasportava petrolio venezuelano in alto mare, sulla base del debole pretesto che la nave avesse precedentemente violato le sanzioni statunitensi contro l’Iran. (…) La sicurezza americana non sarà rafforzata agendo da bullo. Sarà indebolita, strutturalmente, moralmente e strategicamente. Una grande potenza che spaventa gli alleati, costringe i vicini e ignora le regole internazionali finisce per isolarsi. In altre parole, l’Nss non è solo un esercizio di arroganza sulla carta. Si sta rapidamente traducendo in una sfacciata pratica.
L’Nss contiene momenti di realismo: ammette implicitamente che gli Usa non possono e non devono tentare di dominare il mondo, e riconosce correttamente che alcuni alleati hanno trascinato Washington in costose guerre per scelta, che non erano nell’interesse americano. Si allontana anche – almeno retoricamente – da una crociata totalizzante tra grandi potenze. Respinge l’illusione che gli Usa possano o debbano imporre un ordine politico universale. Ma la modestia è di breve durata. L’Nss ribadisce che l’America possiede “l’economia più grande e innovativa del mondo”, “il sistema finanziario leader” e “il settore tecnologico più avanzato e redditizio”, il tutto sostenuto da “l’esercito più potente e capace”: affermazioni patriottiche che servono come giustificazione per usare il predominio Usa per imporre condizioni agli altri. A quanto pare, saranno i paesi più piccoli a pagare il prezzo di tale arroganza, poiché gli Usa non possono sconfiggere le altre grandi potenze, anche perché dotate di armi nucleari.
La grandiosità dell’Nss viene saldata a un puro machiavellismo. La domanda che viene posta non riguarda come gli Usa e gli altri paesi possano cooperare per un reciproco vantaggio, ma come la leva americana – su mercati, finanza, tecnologia e sicurezza – possa essere applicata per ottenere le massime concessioni dagli altri paesi. Ciò è assai evidente nella sezione dedicata all’emisfero occidentale, che dichiara un “Corollario Trump” alla Dottrina Monroe. Gli Usa garantiranno che l’America Latina “rimanga libera da incursioni straniere ostili o dalla proprietà di beni chiave”, e alleanze e aiuti saranno condizionati alla “riduzione dell’influenza esterna avversaria”. Tale “influenza” si riferisce a investimenti, infrastrutture e prestiti cinesi. L’Nss è esplicito: gli accordi Usa con i Paesi “che dipendono maggiormente da noi e quindi sui quali abbiamo la maggiore influenza” devono tradursi in contratti a fornitore unico per le aziende americane. La politica statunitense dovrebbe “fare ogni sforzo per espellere le aziende straniere” che costruiscono infrastrutture nella regione, e gli Usa dovrebbero rimodellare le istituzioni multilaterali per lo sviluppo in modo che “servano gli interessi americani”. Ai governi latinoamericani, molti dei quali commerciano ampiamente sia con gli Usa che con la Cina, viene di fatto detto: dovete trattare con noi, non con la Cina, altrimenti ne affronterete le conseguenze. Tale strategia è ingenua. La Cina è il principale partner commerciale per la maggior parte del mondo, compresi molti paesi dell’emisfero occidentale. Gli Usa non saranno in grado di costringere le nazioni latinoamericane a espellere le aziende cinesi, ma nel tentativo danneggeranno gravemente la diplomazia Usa.
L’Nss proclama una dottrina di “sovranità e rispetto”, eppure l’atteggiamento ha già ridotto tale principio a sovranità per gli Usa e vulnerabilità per gli altri. Ciò che rende la dottrina ancor più fuori dall’ordinario è che sta spaventando non solo i piccoli Stati d’America Latina, ma persino i più stretti alleati Usa in Europa. In uno sviluppo degno di nota, la Danimarca, uno dei partner Nato più fedeli, ha affermato che gli Usa rappresentano una potenziale minaccia per la sicurezza nazionale danese. I pianificatori della difesa danesi hanno dichiarato che non si può presumere che Washington, sotto Trump, rispetti la sovranità del Regno di Danimarca sulla Groenlandia e che un tentativo coercitivo Usa d’impadronirsi dell’isola è un’eventualità alla quale la Danimarca deve ora prepararsi. (…) Il fatto che Copenaghen si senta costretta a prendere in considerazione misure difensive contro Washington suggerisce che la legittimità dell’architettura di sicurezza guidata dagli Usa si sta erodendo dall’interno. Se persino la Danimarca ritiene di doversi proteggere dagli Usa, il problema non è più la vulnerabilità dell’America Latina. Si tratta d’una crisi sistemica di fiducia tra nazioni che un tempo consideravano gli Usa come garanti della stabilità, ma ora li considerano un possibile o probabile aggressore.
L’Nss sembra incanalare l’energia prima dedicata al confronto tra grandi potenze verso la prepotenza nei confronti degli Stati più piccoli. Se l’America sembra essere un po’ meno incline a lanciare guerre da mille miliardi di dollari all’estero, è più incline a usare come armi sanzioni, coercizione finanziaria, sequestri di beni e furti in mare.
Forse il difetto più profondo dell’Nss è ciò che omette: l’impegno per il diritto internazionale, la reciprocità e la decenza di base come fondamenti della sicurezza americana. L’Nss considera le strutture di governance globale come ostacoli all’azione degli Usa. Liquida la cooperazione sul clima come “ideologia” e, anzi, una “bufala”, secondo il recente discorso di Trump all’Onu. Minimizza la Carta delle Nazioni Unite e concepisce le istituzioni internazionali come strumenti da piegare alle preferenze americane. Eppure sono proprio i quadri giuridici, i trattati e regole prevedibili ad aver storicamente protetto gli interessi americani. I Padri fondatori degli Usa lo avevano capito chiaramente. Dopo la Guerra d’Indipendenza, 13 nuovi Stati sovrani adottarono presto una Costituzione per mettere in comune i poteri chiave – in materia di tassazione, difesa e diplomazia – non per indebolire la sovranità degli Stati, ma per garantirla creando il Governo Federale. La politica estera del governo nel Secondo dopoguerra fece lo stesso attraverso l’Onu e altre istituzioni. L’Nss di Trump inverte questa logica. Tratta la libertà di coercire gli altri come l’essenza della sovranità. Tale arroganza si ritorcerà contro gli Usa. Lo storico greco Tucidide racconta che quando l’Atene imperiale affrontò la piccola isola di Milo nel 416 a.C., gli Ateniesi dichiararono che “i forti fanno ciò che possono e i deboli soffrono ciò che devono”. Eppure l’arroganza di Atene fu anche la sua rovina: 12 anni dopo, nel 404 a.C., Atene cadde nelle mani di Sparta. L’arroganza ateniese, la sua prepotenza e il disprezzo per gli Stati più piccoli contribuirono a galvanizzare l’alleanza che alla fine la fece crollare. L’Nss parla con un tono altrettanto arrogante. È una dottrina del potere sulla legge, della coercizione sul consenso e del dominio sulla diplomazia. La sicurezza americana non sarà rafforzata agendo da bullo. Sarà indebolita – strutturalmente, moralmente e strategicamente – e finirà per isolarsi. La strategia di sicurezza Usa dovrebbe basarsi su premesse totalmente diverse: accettazione di un mondo plurale; riconoscimento che la sovranità è rafforzata, non diminuita, attraverso il diritto internazionale; riconoscimento che la cooperazione globale su clima, salute e tecnologia è indispensabile; comprensione che l’influenza globale dell’America dipende più dalla persuasione che dalla coercizione.
lunedì 15 dicembre 2025
domenica 14 dicembre 2025
Eccoli!
Quale magnificenza, che riassunto, che spettacolare compendio di quest’era che nel futuro, dopo l’Età del Ferro, dell’Oro, delle Macchine verrà sintetizzata nell’Era dei Merdoni! Eccoli qui, ci sono quasi tutti, assatanati dal precetto del tempo, di questo tempo infame, anzi: In Fame! - che cioè l’Accaparramento smodato sia la via maestra, che togliere risorse alla stragrande maggioranza degli umani rappresenti la via maestra.
Eccoli qui i nostri vati che si sono prostrati al Vitellone Biondo d’Oro, perdendo dignità, decoro e indipendenza! Questo Bignami delle nefandezze di oggi, serva per un domani migliore. Sempre ammesso che l’idiozia pregnante i cosiddetti grandi del pianeta non estingua, tra le “ola” delle altre, la nostra specie oramai frastornata, depotenziata ed in totale balia dei suddetti merdoni.
L’Amaca
Il quadro dimezzato
di Michele Serra
Si leggono con interesse sempre più blando i sondaggi sulle intenzioni di voto perché (ammesso siano attendibili) inquadrano una porzione di italiani anno dopo anno più ristretta. Ottimisticamente, e parlando solo delle elezioni politiche: poco più della metà del Paese. Decisamente meno parlando di europee ed elezioni locali. Ancora meno nei referendum.
La metà in ombra, quella che non vota, ammutolita per scelta o per distrazione o per sfinimento o per menefreghismo o chissà, è un mistero evidentemente inaffrontabile, non inquadrabile e non leggibile: eppure, politicamente parlando, rappresenta l’enigma la cui soluzione, anche parziale, cambierebbe in modo radicale il futuro non solo in Italia, ma in tutti i Paesi muniti di suffragio universale.
Chi sono, perché non votano, quanto del loro silenzio politico è imputabile a loro e quanto invece alla politica? Se fossi un partito commissionerei ai sondaggisti solamente indagini sugli astenuti, l’oceano muto e sordo sul quale nessuno sa più come navigare. È solo in mezzo a quelle acque indefinite che si potrebbe riuscire a capire lo sprofondo della politica, la sua perdita di senso e di peso, il suo sembrare un’attività tutta interna ai suoi artefici.
Esistono studi (per esempio quello del Mulino) sull’astensionismo, ma poi, lontano dalle elezioni, tutti continuiamo a commissionare, pubblicare e leggere la classifica dei partiti, gli 0,1 in più o in meno, senza renderci conto che si tratta di trascurabili dettagli di un quadro la cui metà è scomparsa. Come sa la Gioconda fosse dimezzata, mezzo volto di mezza donna. E l’Ultima cena: mezzo Cristo e sei apostoli.
Numeri
sabato 13 dicembre 2025
Sunto
venerdì 12 dicembre 2025
12 dicembre 1969
Cinquantasei anni fa la strage avvolta nel mistero eterno. Per tutti quelli che minimizzano il “Nero perdi sempre.”
Ciao decenza!
Se un involucro plastico contenente una ministra si permette di rispondere così, allora è sdoganato tutto. Allora possiamo anche girare per strada vestiti da dervisci importumando chicchessia! Siamo autorizzati a far tutto, la decenza è seppellita!
L'assetato di Krana!
Attorno al desolato
L'Amaca
giovedì 11 dicembre 2025
Fantasticamente
Analisi
Cambiamenti
Il Bavoso Guerrafondaio
L'Amaca
mercoledì 10 dicembre 2025
Robecchi
Chiarimenti


















