mercoledì 5 novembre 2025

Robecchi

 

Senza sinistra. Il sogno della destra: battere la destra con una destra light
DI ALESSANDRO ROBECCHI
La terra ai contadini! I soviet più l’elettrificazione! Il Palazzo d’inverno! A leggere certi giornali, a prendere sul serio certi commenti pensosi e densi della compagnia di giro (sì, sono sempre quelli) sembra che lo scenario attuale sia grottescamente rivoluzionario, con un Pd che prepara l’insurrezione delle masse popolari e mette ai margini – nell’impossibilità di sterminarli come kulaki – i campioni della povera minoranza interna, fatta di martiri riformisti schiacciati dal tallone stalinista di Elly Schlein. Bello. Un po’ più magico di un episodio di Harry Potter e un po’ più fantasy del Trono di spade, ma che ci volete fare, il genere piace. La tesi è semplice: Meloni governa perché l’opposizione è troppo di sinistra, troppo radicale, troppo rivoluzionaria. Se l’opposizione fosse più riformista, allora sì che Giorgia vedrebbe i sorci verdi! E invece così, con un Pd che propone l’abolizione della proprietà privata e i piani quinquennali, la gente si spaventa.
Si capisce bene la narrazione della destra, che è fatta di titoli a effetto, provocazioni, come chiamare “comunisti” quelli del Pd, e amenità consimili, compreso l’ex ministro riciclato alle Regionali campane che ostenta il braccialetto da liceale avanguardista in partenza per Fiume (“Poveri comunisti”, c’è scritto). È un intreccio di strabismi, esagerazioni, iperboli, per convincerci che la minaccia alle nostre vite, così pasciute e tranquille, benestanti e spensierate, arriva dai bolscevichi di Elly.
Si aggiunge alla fiction para-fascista che scova comunisti ovunque (vi vedo che dite: “Ma magari!”, ndr) una pattuglia sempreverde di pensosi e moderatissimi commentatori, riflessivi e severi, che ci assicurano che ciò che fa perdere “la sinistra” sono quelli di sinistra, perché se “la sinistra” fosse di centro avremmo meno problemi.
Traduco dal gallidellaloggia all’italiano: se quei cretini di sinistra non fossero di sinistra andrebbe tutto benissimo. Perché, è l’assunto, a quelli lì non interessa il Paese, il progresso, la giustizia sociale o altre amenità simili, ma solo rompere il cazzo (perdonate il francesismo). Scrive Galli della Loggia: “Al radicalismo di sinistra non interessa la costruzione di un asilo o l’aumento delle pensioni: interessa sentirsi dalla parte giusta della storia”. Capito gente? Con meno sognatori, con persone più disposte ogni tanto a sentirsi dalla parte sbagliata della storia (e che ci vuole? Basta comprare più armi, o tifare genocidio) avremmo forse più asili e pensioni più alte. Che poi le pensioni siano state bloccate da un governo (Monti-Fornero) sostenuto dalla sinistra proprio nella sua fase “tecnico-riformista” è un dettaglio facile da dimenticare. E un altro dettaglio è che quel riformista là, quello toscano che per qualche anno prese in ostaggio il Pd, prometteva “mille asili in mille giorni”, che è ancora una delle battute più esilaranti del dopoguerra.
Insomma, abbiamo avuto i riformisti, ma gli asili e le pensioni no, e ora se non abbiamo asili e pensioni – ci dice Galli della Loggia – è colpa di quella componente “estremista” della sinistra che impedisce agli eroi riformisti – gente dello spessore inaudito di un Guerini o di una Picierno – di riportare il partito alla ragionevolezza moderata. Il messaggio è chiaro: per lottare contro la destra di Giorgia serve una destra light, accomodante, armata, liberale, liberista, amica del potere, che legge Galli della Loggia. Insomma combattere la destra senza sinistra, che è il sogno imperituro di tutte le destre.

Nessun commento:

Posta un commento