giovedì 6 novembre 2025

Matteo del Cairo

 

Renzi d’Egitto ci prova anche con al-Sisi: E Meloni rosica?
DI DANIELA RANIERI
Per l’inaugurazione del Grand Egyptian Museum del Cairo, definito per imponenza la “Quarta piramide d’Egitto” dopo quelle di Cheope, Chefren e Micerino, il 1° novembre si è riunito “un parterre de rois”, leggiamo dal sito di Rai News, “costituito da capi di Stato e dignitari”, in una “cerimonia… senza precedenti: 79 delegazioni ufficiali, di cui 39 guidate da monarchi, principi e capi di Stato e di governo”. Caspita. La photo opportunity è oggettivamente magnifica, se non fosse per un dettaglio che la rende incongrua, come fosse generata con l’IA: in quarta fila (ma ce n’è anche una quinta), accanto a un signore in kefiah bianca, appare lui, il nostro idolo: Matteo Renzi.
Ora: siamo abituati a vederlo predicare la santa sovranità del quattrino tra dune e cammelli, mentre si abbevera alla fonte di un’oasi sotto il sole implacabile del Golfo, dove segue personalmente i lavori di costruzione del Nuovo Rinascimento; ma in Egitto?! La presenza risulta tanto più inopinata se si tiene conto che per l’evento era stata annunciata la partecipazione della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, la quale all’ultimo minuto ha inviato al suo posto il ministro della Cultura Giuli, che in quanto ministro, supponiamo, appare in quinta fila dietro al presidente egiziano al-Sisi. Alla solenne inaugurazione erano presenti: il premier greco, quello bulgaro, quello ungherese, i re di Belgio e di Spagna, i membri delle famiglie reali di Danimarca, Giordania, Bahrein, Oman, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Monaco, Giappone e Thailandia, il Granduca del Lussemburgo, il presidente tedesco Steinmeier, il presidente palestinese Abu Mazen, i presidenti di Congo, Eritrea, Gibuti, Somalia, Portogallo, Armenia, Croazia, Cipro, Albania, Colombia, Guinea Equatoriale, Ghana, il Sovrano militare ordine di Malta, il presidente del Consiglio presidenziale libico e il presidente del Consiglio yemenita. Cioè tutti, tranne Meloni. Strano: dopo la dignitosa conclusione della vicenda Regeni (la Procura di Roma ha identificato 4 agenti dei Servizi segreti egiziani accusati del rapimento, delle torture e dell’omicidio del giovane ricercatore, ma le autorità egiziane non ci hanno fornito gli indirizzi di residenza: anche lì son fissati con la privacy), i rapporti tra Egitto e Italia andavano a gonfie vele. E perché invece c’era Renzi, uno che non ricopre alcun incarico governativo e che compare nella foto del cerimoniale con la moglie, manco fosse il Granduca di Toscana e non un semplice senatore?
È pur sempre capo di Italia Viva, direte voi, e pure questo è vero; ma il Renzi conferenziere si occupa di una materia, a quanto se ne sa, più attinente all’expertise politica (come si perdono i referendum, come si passa dal 41 al 2% etc.) che non ai geroglifici. Ha deciso di rimpiazzare Zahi Hawass nei programmi di Giacobbo? Ma mentre lo immaginiamo vestito come Indiana Jones che esamina i reperti dei 500 mila mq del museo, 7 mila dei quali riservati a Tutankhamon (il giovane faraone renziano ante litteram), ci viene in mente un’ipotesi meno romantica: i militari egiziani che nel 2013 spodestarono il legittimo presidente Morsi erano guidati da Abdel Fattah al-Sisi, allora comandante delle Forze armate. E chi ti vola nell’agosto 2014 al Cairo, a legittimare l’appena eletto presidente golpista al-Sisi, primo leader occidentale a farlo, definendolo “leader emergente del Medioriente”, eroe della “lotta al terrorismo”? Esatto: Renzi. Non sarà che il fiorentino, già amico del principe bin Salman, sta brigando per accreditarsi presso il mondo arabo e ottenere un posto di rilievo nella International Stabilization Force (Isf) per la Striscia di Gaza al seguito di Tony Blair, suo datore di lavoro e presumibile prossimo colono in Palestina al servizio di Trump? E non sarà stato proprio l’invito a Renzi da parte di al-Sisi il motivo per cui Meloni ha dato forfait? E a parte tutto: come fa Renzi ad amare despoti e dittatori, posto che non si capisce nemmeno come fanno loro ad amare Renzi?

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