martedì 7 ottobre 2025

Due milioni

 

Adesso Meloni ha ben due milioni di problemi morali
DI DANIELA RANIERI
La popolare (e un tempo fieramente popolana) Meloni ha un problema: 2 milioni di persone scese in piazza nelle città italiane per manifestare contro il massacro dei palestinesi per mano del governo israeliano, attuato anche grazie al sostegno militare e morale del governo da lei capeggiato. Mentre i suoi scagnozzi sui giornali deridevano la Global Sumud Flotilla, dipingendo gli attivisti con gli stilemi che i giornali di destra riservano agli operatori delle Ong, additati come sciocchi idealisti in cerca di avventure (anche sessuali: ma questo lo insinuano quando si tratta di giovani donne), lei induriva vieppiù i tratti del viso, denunciando complotti e persecuzioni. Prima ha tentato di screditare lo sciopero come un “weekend lungo” di zecche rosse fancazziste; poi di far credere che la gente imbarcata, proveniente da 44 Paesi, volesse rovinarle le elezioni nelle Marche e fermare Acquaroli (come no: in Malesia non si parlava d’altro); poi ha fatto (o lasciato) dire ai suoi servi della comunicazione che gli attivisti erano pagati da Hamas; poi ha precisato rabbiosamente che il governo non avrebbe pagato il viaggio di ritorno agli italiani abbordati e arrestati illegalmente dalla Marina israeliana, come fossero escursionisti irresponsabili che fanno pagare allo Stato la loro imperizia (hai capito, la patriota). Ha accettato senza fare un fiato, lei così fumantina, che l’orribile ministro Ben-Gvir insultasse come “terroristi” i nostri connazionali, seduti in terra con le mani alzate. Ha mandato in Tv il povero Tajani a spiegare al mondo che “il diritto internazionale vale fino a un certo punto” (come tutti sanno, infatti, a un certo punto vale la Bibbia). Intanto l’ultra-meloniano Vespa aggrediva un volontario della Flotilla, accusandolo di “fottersene” di portare aiuti ai palestinesi: voleva solo creare problemi alla povera Giorgia.
Ora la sua maggioranza cerca di insabbiare questa rivolta morale dal basso sguinzagliando opinionisti che non trovano di meglio che accusare i 4 parlamentari italiani imbarcatisi con la Flotilla di aver abbandonato i connazionali nelle mani di Israele, come se potessero scegliere da un menù, davanti alla soldataglia dell’Idf, le opzioni migliori per essere rimpatriati.
I palestinesi sono poveri e privi di potere: a nessuno conviene difenderli. La sedicente underdog di borgata sta coi bulli sadici e forti che li vessano. I ragazzi del Colle Oppio, catechizzati a botte di valori italici come “onore” e “orgoglio”, vitaminizzati dai fantasy in cui viene ribadito l’archetipo del piccolo Davide che vince contro Golia, di fronte all’eccidio di donne e bambini non hanno avuto nemmeno l’intelligenza politica di capire che il popolo è disgustato dalla guerra di un esercito contro una popolazione inerme. Per due anni abbiamo visto bambini che esalavano l’ultimo respiro in ospedali sventrati, o denutriti, o amputati (tutti video fake con attori, secondo i likudisti di social e giornali; sì, seienni già reclutati da Hamas che recitano di morire di fame, neonati che si fingono esanimi dentro sacchi della spazzatura); loro, volontari carnefici di Netanyahu insieme ai liberali filo-sionisti, hanno pensato che comunque quei bambini sarebbero cresciuti e avrebbero messo il velo alle donne (vedi Il Foglio).
Nelle Tesi di Trieste, manifesto ideologico di Fratelli d’Italia, è scritto: “Ci impegniamo a perseguire la linea ‘due popoli, due Stati’, che riconosca il diritto alla sicurezza di Israele e quello dei palestinesi a vedersi riconosciuto un proprio Stato”. Ah, ma davvero? Come s’era visto nel caso del Donbass, il principio dell’autodeterminazione dei popoli vale solo quando gli pare, o meglio quando pare agli Stati Uniti. Il grido di “Giorgia” al raduno dell’ultradestra spagnola (invero grottesco: non si è mai capito chi le impedisse di essere una donna, italiana, madre, cristiana) le si è ritorto contro. È cristiana, e sta coi fondamentalisti messianici? Non ha giurato nelle mani del presidente della Repubblica di esercitare le sue funzioni nell’interesse esclusivo della nazione?
Meloni ha sopravvalutato il potere della propaganda, per quanto martellante: anche i giornali moderati ci educavano alla guerra, promuovendo “il fascino del bunker” e il cashmere per proteggerci dall’inverno del caro bollette bellico (Repubblica). Ha eseguito gli ordini del deep state americano: 19 pacchetti di sanzioni alla Russia; zero sanzioni a Israele; impunità plenaria per Netanyahu. Forse sperava di poter contare sull’indifferenza e sull’anestesia che portano già metà degli elettori a non votare; o che i cittadini, indottrinati da decenni di cattivismo, si fossero incanagliti quanto la classe cosiddetta dirigente. Si è sbagliata. Aveva ragione, però, a dire che stanno facendo la storia: la storia dell’ignominia e della complicità nel più grave delitto contro l’umanità dopo la Seconda guerra mondiale.

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