Conte è contro il riarmo, quindi non governi mai più
DI DANIELA RANIERI
Guardiamo ammirati e raccapricciati, come al circo quando vengono liberate le bestie ma al posto dei domatori ci sono i pagliacci, i carpiati e la frolla elasticità del senso morale di cui danno prova la classe politica e (quindi) mediatica nazionale in tempo di guerra quasi mondiale. Il 24 febbraio 2022 Putin si è svegliato e in preda a un raptus ha invaso l’Ucraina (nessuna previa responsabilità della Nato nei rapporti tra Federazione Russa e Ucraina); Netanyahu è cattivello, ma difende il diritto di Israele alla sopravvivenza, facendo sparare in testa ai bambini; Trump è pazzo quando persegue il negoziato tra Russia e Ucraina, invece di bombardare il Cremlino; torna a essere un ragionevole statista quando chiede ai Paesi Nato di sborsare il 5% del loro Pil per le spese militari, il sogno che fa brillare gli occhi al nostro establishment di destra e pseudo-sinistra.
Quand’è così, è ovvio che chi si oppone al riarmo deciso dalla Von der Leyen (800 miliardi di euro, un piano Marshall al contrario che affama i cittadini d’Europa per comprare missili e bombe dagli Usa) e al taglieggiamento dei Paesi Nato per mano di Trump, è “demagogico” e “non può governare”. Fa niente se il premier spagnolo Sánchez ha appena detto al vertice Nato che le armi non sono una priorità della Spagna e che non intende cedere al ricatto del 5%: i nostri giornali padronali minimizzano la sua risolutezza come una bizza da torero e sperano che si ravveda (poi ci parlano loro).
Colui che proprio non sa cosa dice e in quali casini ci sta mettendo è Giuseppe Conte, con la sua manifestazione contro il riarmo all’Aja e la sua testardaggine di fare opposizione al governo Meloni financo opponendosi a esso. Lo mette spalle al muro Massimo Franco sul Corriere: “Attaccare Ue e Nato; bollare l’aumento delle spese militari come la negazione dello spirito europeo; e usare la parola ‘genocidio’ per definire gli eccidi compiuti dalle truppe israeliane a Gaza (sono solo alcuni dei peccati mortali del disgraziato, ndr), significa scegliere un lessico demagogico che permette magari di racimolare qualche voto, ma non di accreditarsi per governare”. È un cruccio del Sistema: se non si toglie di testa le fisime anti-militariste, Conte non potrà mai andare al governo; e, con un alleato così, non ci andrà nemmeno la Schlein.
Titola Dagospia, che in queste cose è Cassazione: “Quando arriverà mai a governare il ‘Campo Largo’ con il barricadero Giuseppe Conte, che si è messo a capo del fronte anti-riarmo dell’Ue?”. È un messaggio a Schlein, che farà bene a liberarsi del losco figuro e a riavvicinarsi ai cosiddetti “riformisti del Pd” se vuole essere una vera alternativa alla Meloni e andare al governo (per fare esattamente le cose che fa la Meloni, vabbè). Eppure, non risulta che nei due anni in cui Conte ha governato, facendo gli interessi dell’Italia in Ue e scontrandosi con Trump sul dialogo con la Cina, l’Italia sia stata buttata fuori dalla Nato o dall’Europa. Ma tant’è. Del resto, il M5S è “duro verso il governo e indulgente nei confronti di Mosca” (Franco, il giorno prima), per aver presentato una mozione con cui chiede al governo di non escludere a priori una possibile collaborazione con la Russia sul transito del gas. Un passaggio che “fa rizzare i capelli ai riformisti del Pd” (Corriere), gente non sospettabile di bellicismo russofobo, come Guerini, Quartapelle, Madia, Picierno, l’europarlamentare Pd che ha ricevuto a Bruxelles i lobbisti dell’estrema destra israeliana che sostiene i coloni in Cisgiordania e della cui opinione il Corriere ha grande considerazione: “Conte è incommentabile”; così come del Calenda alternativamente (ma più spesso contemporaneamente) leader serio e cabarettista: “La vergognosa mozione del M5S sembra scritta da Putin”.
Il Foglio elogia “un saggio Gentiloni anti-Conte”: Gentiloni, “padre nobile”, “risorsa della Repubblica” etc., ha denunciato che insieme a Conte all’Aja c’erano movimenti filo-Putin, cosa di cui Conte evidentemente ha responsabilità. Il giornale non manca di denunciare “il filo che lega M5S alla Russia di Putin”, ritirando fuori la fake news degli aiuti russi-spionaggio a Bergamo durante il Covid (ministro della Difesa era Guerini e il Copasir ha detto e ridetto che non c’era niente di sospetto, ma fa sempre brodo). Deliziosa l’accusa del giornale fondato da Giuliano Ferrara, già spia della Cia: “Conte è convinto di poter trovare, con un’agitazione antimilitarista dai caratteri confusi e demagogici, udienza in una parte non irrilevante dell’elettorato”: che si è messo in testa, questo matto, di farsi eleggere dai cittadini per rappresentare i loro interessi? E magari, dio non voglia, di andare al governo coi voti degli elettori? (Allora lo sanno, che l’opinione pubblica è perlopiù contraria al riarmo). Ma, chiediamo noi, non erano preoccupati che Conte non riuscirà mai a governare? Mah.
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