mercoledì 18 giugno 2025

L'Amaca

 

Purtroppo ci dicono tutto
di MICHELE SERRA
Non ci dicono mai niente” è il mantra mezzo piagnucoloso mezzo irato dei complottisti. Significa che il potere (oscuro e malvagio per sua natura) ci tiene nascosto lo stato delle cose. Per fare i suoi porci comodi nell’ombra e nel silenzio, e a nostra insaputa.
Non vorrei che stesse arrivando — rimedio peggiore del male — l’epoca del “ci dicono tutto, non ci tengono nascosto più niente”.
Nei rapporti tra i potenti del mondo (ultimo esempio il G7 in corso in Canada) non c’è scambio di battute, frase cordiale, scazzo improvviso che ci venga risparmiato, spesso con un tweet, come nelle chat tra compagni di scuola. Quello che se ne va irritato, l’altro che non gradisce, le asprezze reciproche, i momenti imbarazzanti, le porte che sbattono, le illazioni malevole dell’uno sull’altro: tutto accade in favore di pubblico, e quasi sempre sono gli stessi protagonisti a darne conto con coloriti dispacci sui social.
Nei tempi andati accorte e silenziose trattative diplomatiche preparavano, come sola concessione al pubblico, la foto ufficiale di governanti e ministri che si stringono la mano a cose fatte, e dopo avere lavato i panni sporchi nelle segrete stanze. Ora che tutto viene spiattellato minuto per minuto, il rischio è che la sola cosa che non cambia sia il sentimento di impotenza di chi aspetta, fuori dalla porta, di sapere che cosa hanno deciso i potenti mentre il mondo trema. Prima ci si sentiva impotenti perché esclusi e all’oscuro, ora perché chi è dentro il Palazzo fa di tutto per perdere autorevolezza e screditare se stesso. La comunicazione social di Trump, per esempio, è molto peggiore di quella di Totti e Ilary ai tempi della separazione.

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