giovedì 12 giugno 2025

L'Amaca

 

La morte degli altri
di MICHELE SERRA
Non vorrei mai fare parte del Comitato etico nazionale che, secondo il disegno di legge del governo, dovrebbe decidere sulle richieste di fine vita. Non ne vorrei fare parte nemmeno se fossi un bravissimo medico, un grande filosofo, un nume della laicità o un mistico ispiratissimo.
Penso che nessuno abbia il diritto di sindacare, o di moraleggiare, su una decisione così strettamente privata: non lo Stato, non la Chiesa, non comitatoni e comitatini, partitoni e partitini che, in giro per il mondo, si permettono di maneggiare il corpo e lo spirito delle persone come se fosse materiale a loro disposizione.
Chi si trova davanti a quella soglia, in fuga dal dolore e dall’impotenza, può contare sul sostegno e l’amore delle persone sue prossime, sulla tutela della propria dignità e su quanto la scienza medica può mettere a disposizione, o per ripristinare una vita accettabile o per accompagnare a un esito indolore. Il resto è un’intromissione indebita. Non meraviglia che di questa intromissione sia fautore un governo ideologico fino al midollo, che ha spalancato le sue porte ai vari Soldati della Fede che vogliono plasmare la società, dunque la vita degli individui, come un insieme uniforme, eticamente compatto, convintamente illiberale secondo l’idea che siamo tutti pecore dello stesso gregge, un Dio, una Patria, una Famiglia. Uguali per tutti.
Eventuali deroghe saranno concesse solo dopo accurata valutazione, in modo da non costituire scandalo, o cattivo esempio.
E si torna sempre, puntualmente, alla stessa domanda: perché i non credenti non pretendono di insegnare ai credenti come vivere e come morire, e i credenti, pur con lodevoli eccezioni, pretendono invece di farlo?

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