domenica 11 maggio 2025

Cosa ho trovato!



Dal trattato “nelle lande sperdute della porzione Cxvz 334 dell’universo” di alieno sconosciuto

In questa insignificante ristretta porzione di un’anonima galassia, in un minuscolo pianeta blu che da qualche millennio tende a darsi delle arie di unicità, di pacchiana centralità, accadono eventi atti a confermare l’inadeguatezza di una specie evolutasi prodigiosamente e in grado di comprendere piccoli frammenti di una verità impossibile, per loro, di abbracciare nella pienezza, di provare però sentimenti, a volte, anche belli e profondi, di riuscire a creare opere sfioranti l’eterna bellezza. Nella loro fanciullesca storia hanno sempre cercato la prevaricazione sull’altro, dapprima con tribali azioni vessatorie frutto d’ignoranza e di pochezza tecnologica ma, una volta raggiunti alcuni labili traguardi arcaici, come labili aperture informatiche, proseguite nella strada della divaricazione, cercando il sopruso, l’arroganza, l’accaparramento di risorse a scapito della comunità, vivendo, mi si consenta il termine, alla caxxo&campana, senza che la stragrande maggioranza di quella specie possa anch’essa vivere la breve esistenza in modo semplice e decoroso. Vige in quelle lande un sistema sociale demenziale, dove pochi hanno introitato beni e valori così enormi da destare rabbia anche a noi poveri osservatori. Questo sistema, molto simile a quello che cinque anni luce fa praticammo nella nostra galassia e che quasi subito evaporizzammo grazie alla nota rivolta di Ak Trabur,  si basa su concetti che credevamo scomparsi in tutto il Sistema, di lapalissiana, usiamo termini propri a quella specie, stupidità, increscioso ed ignobile menefreghismo, fondato sull’esclusione collettiva di troppi remissivi per concentrare potere e ricchezza, come detto, nelle mani di pochi. Siamo stati molte volte vicini ad evaporare la specie ma ci frena tutt’oggi ancora, alcune meraviglie conservate del passato, di una bellezza sconvolgente e raggelante. Ad oggi però restiamo basiti dalla stupidità eclatante che serpeggia in quella specie, protesa a rincorrere futilità e vuoti d’aria, prediligendo aria fritta all’essenziale, che, per fortuna, ben conosciamo.”

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