giovedì 28 novembre 2024

Una grandissima donna



Una grandissima persona (l’altra è l’attuale presidente del consiglio)

di Lorenzo Tosa

Accade che la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni telefoni alla consigliera Ghio per dirle quanto è stata brava, coraggiosa ed esprimerle la sua formale (e ipocrita) vicinanza.

Ghio ha ringraziato, ma non si è fermata lì. Ha fatto di più, ha approfittato dell’occasione per dirle tutto quello che per anni quelli come Meloni e la classe politica che rappresenta hanno negato, minimizzato, cancellato dal dibattito pubblico.

Gliele ha dette tutte, per venti minuti, con una forza e una chiarezza sconvolgenti:

“Cara presidente Giorgia Meloni, ti ringrazio per la vicinanza, ma se ho parlato non è per avere supporto morale. La mia morale è solida e alle mie lacrime ci pensano le mie sorelle. Se ho parlato, è perchè voglio una fine a questo dolore perchè nessun'altra persona debba continuare a passarci attraverso. Se davvero le sono arrivata, presidente Meloni, allora lo dimostri con la potente azione politica che ha nelle sue mani. È una responsabilità, è un privilegio poter usare la politica per risolvere i problemi. Le parole ora risuonano vuote come il buio che ho attraversato. 

Sono morta a 12 anni anche per colpa di persone come lei che, pur avendo il potere nelle mani, pur avendo gli strumenti per cambiare, scelgono di guardare da un'altra parte trovando continuamente un capro espiatorio e deresponsabilizzare le istituzioni, addossando al singolo.

Chiedo una cosa, insieme chiediamo una sola cosa a grande voce: vogliamo l'educazione sessuo-affettiva, all'emozione e al consenso in tutte le scuole del paese per tutti i bambini e le bambine di oggi, che saranno gli adulti di domani per mettere nelle loro mani e nei loro cuori gli strumenti potenti della consapevolezza e dell'amore. 

Sono madre, mi ha detto al telefono. Sono madre anche io, e lotto per mia figlia e anche per la sua, per i figli e le figlie di tutti noi per fare in modo che non ci sia altro dolore evitabile. Dire a me a Gino, a Chiara, a tutti i cuori frantumati e le ossa rotte che vi dispiace serve solo a voi stessi per sentirvi meglio con quello che avete o non avete fatto. A noi serve un cambiamento. Siamo il grido Altissimo e feroce di tutte quelle persone che più non hanno voce".

Se la classe politica italiana avesse un centesimo della forza politica e la lucidità di questa donna a sinistra, avremmo risolto questa emergenza da un pezzo.

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