Cara Schlein, guarda Milano: vuoi davvero questo “condono”?
di Gianni Barbacetto
Cara Elly Schlein, vorrei rivolgermi direttamente a te, che ricordo ai tempi di “Occupy Pd”, per proporti qualche domanda su una questione che qui a Milano sentiamo molto perché riguarda la nostra vita, il territorio, l’ambiente, i servizi, insomma la città. Ieri è stata approvata alla Camera, con i voti del tuo partito, la cosiddetta legge “salva-Milano”. Anzi, è stato proprio il tuo partito a far cambiare radicalmente il primo testo: era una “sanatoria” che copriva quelli che la Procura di Milano, in una ventina di inchieste (in parte già confermate da una decina di giudici delle indagini preliminari e del riesame), ritiene siano grossi abusi edilizi. Edifici tirati su in un cortile, togliendo aria e luce agli abitanti attorno; grattacieli nuovi di zecca fatti passare per “ristrutturazione” di un capannone; torri edificate senza un piano attuativo che calcoli (e faccia pagare ai costruttori) i servizi (verde, asili, parcheggi, fognature…) necessari ai nuovi abitanti che arrivano in una zona. Era un condono, uno dei tanti che la destra ha fatto nella storia italiana. Il Pd ha preteso la sua trasformazione in “legge d’interpretazione autentica”. Adducendo un nobile motivo: i dirigenti del Comune di Milano non hanno violato le leggi, ma le hanno interpretate in modo più smart. Ora, cara Elly, leggiti l’ordinanza delle giudici Luisa Savoia, Caterina Ambrosino e Valeria Alonge. Parla con qualche giurista, con qualche costituzionalista, come la docente di Diritto pubblico che intervistiamo a pagina 11. Capirai che non c’è alcun “caos interpretativo”, ma semplicemente una prassi milanese di “rito ambrosiano”, basata su circolari comunali e determine di giunta che contraddicono e pretendono di superare le norme fondamentali dell’urbanistica, consolidate da una costante pronuncia della Cassazione, del Consiglio di Stato, della Corte costituzionale. Il risultato ottenuto a Milano è una città “densificata”, cioè con più cemento, meno verde, più inquinamento. Che non riduce affatto il consumo di suolo (guarda i dati Ispra). Che attira sì investimenti, anche internazionali, in città, arricchisce i fondi immobiliari e i costruttori, premia la rendita, ma aumenta le disuguaglianze e impoverisce la maggioranza dei cittadini che devono fare i conti con una metropoli “premium” che espelle non soltanto i più poveri, ma ormai anche una larga fetta di ceto medio. Milano è diventata un “paradiso fiscale” dell’immobiliare, dove costruire è facile e poco costoso. L’intervento del tuo partito ha prodotto un cambiamento radicale: una sanatoria che valeva per il passato è diventata una legge che sarà valida anche per il futuro e che scasserà le regole per costruire in tutta Italia e per sempre.
Cara Elly, non penso che tu possa volere questo. Non penso che tu voglia schierarti dalla parte dei costruttori e dei fondi immobiliari, contro i cittadini che si vedono privati di luce, aria, servizi; che hanno già perso, a causa della gestione smart dell’urbanistica milanese, 1 miliardo e mezzo di euro (oneri e monetizzazioni) che sarebbero serviti per costruire case popolari e per offrire servizi ai cittadini. Non penso che tu voglia schierarti contro i magistrati a cui i cittadini si sono rivolti per ottenere il riconoscimento dei loro diritti. Leggiti, ti prego, l’articolo di Luigi Ferrarella pubblicato ieri sul Corriere: le norme “d’interpretazione autentica” oggi in voga (dallo spostamento delle competenze sui trattenimenti dei migranti, alla centralizzazione dei sequestri di aziende) sono la versione ad personas delle leggi ad personam di Berlusconi. Interferiscono su indagini e processi in corso, pretendendo di piegare l’autonomia del potere giudiziario all’imperio della politica. Tu hai sempre rifiutato questa impostazione. Possibile che tu faccia un’eccezione per una legge che produrrà più cemento e meno servizi in tutta Italia?
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