domenica 6 ottobre 2024

Gran bel pezzo! Pure raggelante..

 

“Fronte largo”: Conte accolga Renzi (nel Pd)
DI DANIELA RANIERI
Interrato speriamo definitivamente il cosiddetto “campo largo”, che poi era l’unione delle opposizioni insieme alla destra, cioè a Renzi, per battere la destra, resta una domanda martellante: perché il Blocco padronale l’ha presa così male, tanto da organizzare l’ennesimo linciaggio contro Conte, rivelatosi, dopo il veto su Renzi in Liguria, “filo-russo” (Rep), “spregiudicato” (Rep e Corriere), uno che ha nel “mirino la segretaria Schlein” (Corriere) e che “ambisce a tornare a Palazzo Chigi” (ibidem), magari per chiuderci in casa coi Dpcm? Perché all’establishment preme tanto che Conte – putiniano, trumpiano, anti-atlantista, ecc. – “fermi la Meloni”, che è atlantista, prona alla Nato, amica delle élite e quindi gradita alla stampa perbene, purché Renzi sia della partita? Sembrano più inorriditi che Conte abbia rotto le uova nel paniere al Pd in via di ri-renzizzazione piuttosto che Israele abbia ucciso 42 mila civili palestinesi. Ieri, finiti gli insulti a Conte (col rammarico che Schlein non reagisce, “fa l’opossum e si finge morta”, invece di metterlo sotto con la macchina perché lui, scegliendo di non assecondare l’ultima fregola del politico più screditato del mondo, ha ribadito di non volerlo in coalizione nemmeno sotto forma di frattaglie renziane imboscate nelle liste), si sono messi a fare terrorismo psicologico. Schlein non sta reagendo al “tradimento” di Conte perché ha “lo sguardo al voto per il Colle” (Corriere). Perbacco: quell’irresponsabile di Conte non si è accorto che tra 4 anni si eleggerà il successore di Mattarella e quindi “l’alleanza sarà necessitata”. Chissà dove sta scritto che due partiti distinti e non alleati non possano accordarsi su un nome comune per il Quirinale; e chissà che senso ha quel che Schlein pare dica in privato “quando viene interpellata su Conte”, e cioè “sì vabbè, ma dove va? L’alleanza è inevitabile”: il M5S potrebbe benissimo allearsi con Alleanza Verdi e Sinistra e tirar su un ragguardevole 18%, meno del Pd, dato intorno al 23%, ma lo stesso risultato del Pd di Renzi nel 2018.
Adesso il quadro è chiaro: è in vista il “fronte repubblicano” di Macron in versione italiana. Non solo è colpa di Conte se vincerà la destra in Liguria, Umbria ed Emilia-Romagna, ma anche se avremo La Russa o Rampelli come prossimo presidente della Repubblica. Gli editorialisti sono sgomenti. Le nostre democrazie assetate di guerra e di armi stanno consegnando gli elettori dei Paesi europei nelle mani della destra neonazista, come in Austria, o li stanno spingendo nell’astensionismo, e loro si disperano perché l’opposizione non potrà avvalersi di Renzi per “fermare la Meloni”, come ha fatto Macron in Francia “fermando la Le Pen”, che infatti ha guadagnato 53 seggi mentre Macron ne ha persi 86 (e il Nuovo Fronte popolare guidato da Mélenchon, primo alle elezioni, ne ha guadagnati 49 per poi essere estromesso dal governo, consegnato al leader di un partito di destra arrivato ultimo).
Di fronte al Fronte, Conte dovrà rassegnarsi e allearsi con Renzi, uno che: ha fatto cadere il governo Conte sotto pandemia (col tifo dell’establishment, in ansia per la spartizione dei soldi del Pnrr); ha raccolto firme contro il Rdc; gli ha dato del coniglio, dell’incapace, del vulnus democratico, lo ha accusato di intelligenza con le spie russe e di voto di scambio.
Il Pd se lo riprenderebbe pure, anche se i sondaggi rivelano “come la base di Pd e M5S gradisca poco il ritorno di Renzi” (noto per Repubblica), per non dire che gli elettori anche vagamente di sinistra voterebbero per CasaPound piuttosto che per una coalizione con lui dentro. Schlein ha detto: “Dobbiamo fare fronte unito per le nostre battaglie: sanità, lavoro povero, scuola”. E queste battaglie vuole farle con uno che ha impoverito la Sanità (il governo Renzi è stato quello che ha fatto più tagli al Ssn), impoverito i lavoratori (Jobs Act), rovinato la Scuola (Buona Scuola). Renzi alle Amministrative si è alleato coi peggiori ceffi della destra, dai candidati di Cuffaro in Sicilia a gente di FdI, Lega e Forza Italia, solo per togliere voti al Pd. Dall’“opposizione” ha appoggiato le peggiori misure del governo Meloni: abolizione del Rdc; presidenzialismo (anzi premierato, è uguale); riforma della Giustizia, con abolizione del reato d’abuso d’ufficio e depotenziamento del traffico d’influenze. Ma è Conte a “fare un favore alla Meloni”. Il M5S dovrebbe essere una forza alternativa al Sistema. Sui temi importanti – riarmo, aiuti a Ucraina e Israele, Sanità pubblica, Autonomia differenziata (a cui il Pd adesso si dice contrario), Rdc e salario minimo (a cui il Pd adesso si dice favorevole) – sono tutti d’accordo con la Meloni, tranne il M5S. È quello il vero campo largo.
(Abbiamo un sospetto: il Pd vuole riprendersi Renzi come mossa a tenaglia per rifare del Pd “un’operazione di contenimento della sinistra in Italia”, come da ordine degli Usa rivelato in un cablo di WikiLeaks).

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