Bella miao
di Marco Travaglio
Quando ho letto che al Parlamento, per (non) rispondere alle parole di Orbán sull’Ucraina, parte delle opposizioni ha intonato Bella ciao, mi sono sentito edificato. Che bello, ritornano i partigiani (che peraltro non hanno mai cantato Bella ciao): quelli che speravano di aver combattuto l’ultimo conflitto in Europa e contribuirono a scrivere l’articolo 11 della Costituzione. Poi ho letto le parole di Orbán che hanno scatenato le ire canore: “In Ungheria c’è un detto: ‘Se vuoi vincere devi avere il coraggio di ammettere che stai per perdere’. Noi in Ucraina stiamo perdendo, ma voi vi comportate come se non fosse così. Se vogliamo vincere dobbiamo cambiare la strategia, che è perdente. Riflettete: serve un’azione diplomatica, una comunicazione diretta o indiretta. Se si trascina il conflitto ci saranno sempre più morti, a migliaia. Con questa strategia non ci sarà la pace: dovete schierarvi per il cessate il fuoco”.
C’era da attendersi che le presidentesse Roberta Metsola e Ursula von der Leyen gli rispondessero che invece stiamo vincendo, che Zelensky con le nostre armi sta riconquistando tutte e cinque le regioni annesse dai russi, basta lasciarlo fare un altro po’ e riavrà i confini pre-2014. Ma scappava da ridere o da piangere a entrambe, visto che i russi hanno praticamente completato la presa del Lugansk e ora finiscono il lavoro nel Donetsk, con la conquista di Vuhledar, l’ingresso a Torestks e l’avanzata su Pokrovsk. Così la Metsola ha fatto una battuta su Bella ciao e l’Eurovision. E la Von der Biden ha spiegato che “la colpa della guerra è dell’invasore e non dell’invaso”, come se Orbán avesse sostenuto che l’Ucraina ha invaso la Russia (cosa che peraltro ha fatto su mille kmq di suolo russo vicino Kursk). E che “pace non è sinonimo di resa”, come se Orbán avesse chiesto la resa, e non il negoziato. Lo stesso negoziato con Mosca che ora invocano un giorno sì e l’altro pure Zelensky, Biden, Macron, Scholz, Meloni&C. e non si vede dov’è il problema se lo chiede e lo agevola anche Orbán, presidente di turno del Consiglio Europeo. Forse le gemelline di Shining, Roberta e Ursula, se lo sono scordato, ma Orbán non è un fascista su Marte: è stato a lungo un loro compagno di banco nel Ppe (di cui fu anche vicepresidente) dal 2000 al 2021, poi se ne andò con le sue gambe. Eppure in quei 21 anni aveva già fatto e detto tutto ciò per cui ora è considerato un violentatore dello stato di diritto. Tutto tranne una cosa: non aveva ancora detto la verità sulla guerra in Ucraina. L’ha fatto ieri e la verità, in quel covo di ipocriti che si fa chiamare Europa, ha avuto l’effetto dell’aglio sui vampiri. Solo che i vampiri, davanti all’aglio, si limitano a fuggire. Gli euro-tartufi, davanti alla verità, cantano Bella ciao.
Nessun commento:
Posta un commento