Ora i 5 stelle lascino perdere schlein: devono radicalizzare la loro alterità
DI DANIELA RANIERI
In questo buffo Paese non importa chi vince le elezioni, importa che le perda il M5S. Che la crisi sia considerevole è innegabile. Le elezioni liguri sono state la tempesta perfetta: Conte che mette il veto su Renzi (e ci sarebbe mancato altro), nella lucida cognizione che uno come lui i voti li fa perdere; il Pd che dà la colpa a Conte perché coi voti di Renzi si vinceva (e però nel 2022 Bucci ha vinto anche grazie ai voti di Renzi, per dire la totale illogicità del tutto); il garante che inscena uno psicodramma anti-Conte a poche ore dal voto e non va nemmeno a votare (300 mila euro l’anno in cambio di chissà quali strategie comunicative: bastava farsi vedere al seggio). Ora i soloni del blocco padronale, che aspettavano questo momento dal 2013, hanno buon gioco a dire che il M5S deve “evaporare”, come da maledizione di Grillo-Crono che divora i suoi figli, e magari accodarsi al Pd come un innocuo animale da compagnia. Se vuole incidere sui destini di milioni di persone, invece, il M5S deve radicalizzare la sua alterità. Deve puntare sulla ricostruzione dello Stato sociale: Sanità pubblica; politiche del lavoro; salario minimo; patrimoniale sui grandi redditi; imposte sui maxi-profitti; lotta alla corruzione e all’evasione; stretta sulle lobby e sui conflitti di interessi dei parlamentari. In breve: redistribuzione della ricchezza. Deve fare una battaglia culturale contro la guerra e il riarmo e riempire le sue file di studiosi e accademici per contrastare il governo di macchiette col fez. Si ispiri a Sanchez in Spagna e a Mélenchon in Francia (che le elezioni le ha vinte). Lasci stare il Pd, abbandoni Schlein alle sue pastoie semantiche, al suo ritorno di fiamma col senatore d’Arabia e alle sue politiche all’acqua di rose, e consideri che Avs conquista voti. C’è il 50% degli elettori che non va più a votare. Libero dai rituali da setta e dal pesante crisma del fondatore, diventi un vero partito socialista e popolare.
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