lunedì 16 settembre 2024

Tomaso e Firenze


Turisti, il tunnel per invadere anche l’altra metà di Firenze

Riaprire il vecchio sottopasso: pure i residenti di Oltrarno spinti all’“esilio”. Sui muri: “Perché la chiamate ‘stagione dei turisti’ se non possiamo sparargli?”

di Tomaso Montanari

Riaprire un tunnel sotto l’Arno, in pieno centro a Firenze, per “portare i turisti in Oltrarno”: sembra una caricatura, la boutade di un giornalista deciso a far capire fino a che punto la classe dirigente fiorentina si sia bevuta il cervello, fino a che punto può dare alla testa la droga di un overtourism mostruoso. E invece no, è tutto vero: pochi giorni fa la ‘nuova’ (ma vecchissima) sindaca di Firenze Sara Funaro e l’ineffabile presidente della Toscana Eugenio Giani hanno fatto un trionfale sopralluogo all’imboccatura di un vecchio sottopasso, oggi allagato e malmesso, che nacque per ragioni militari e poi fu usato per il governo delle acque dell’Arno. E che ora dovrebbe essere reso di nuovo praticabile, per una spesa prevista di oltre 7,5 milioni di euro, al servizio dell’unica cosa che qui conti davvero: il turismo. La sindaca è entusiasta (“Questo tunnel sarà quindi per i turisti ma anche per i cittadini una preziosa opportunità di raccontare un’altra storia della città e anche di offrire un altro passaggio per l’altra sponda”), il presidente di più (“È un intervento a cui tengo che vuol creare una nuova direttrice per il turismo, ma non solo. Da ieri abbiamo cominciato a svuotare il tunnel, le idrovore sono al lavoro”). D’altra parte, ogni luna park che si rispetti non ha forse il suo tunnel dell’orrore? Oltre che nella trovata grottesca, oltre che nella follia di buttare in un simile capriccio milioni che potrebbero servire alle scuole, alle biblioteche o agli ospedali, l’orrore sta nel solo pensare che sia utile, giusto, sensato portare in Oltrarno altri turisti. Parliamo della parte del centro storico che ancora, e sempre più faticosamente, conserva un minimo di tessuto civile: e, prima ancora, banalmente, un po’ di residenti. Durante la pandemia il quadrilatero romano (il centro-centro del Duomo, Palazzo Vecchio, Ponte Vecchio…) è apparso, senza veli, per quello che è: una quinta teatrale completamente vuota, disabitata. Secondo i dati dell’Irpet (l’Istat regionale toscano) tra 2000 e 2020 la città ha perso circa 7.000 abitanti all’anno: le famiglie che non possono pagare più 1.000 euro di affitto, o comprare case ad almeno 4.000 euro al mq non abitano più a Firenze, anche se ci lavorano ogni giorno. E la ragione è la concorrenza spietata degli affitti brevi turistici che una serie di provvedimenti comunali degli ultimi anni hanno di fatto favorito, e che un certo sindaco di Firenze divenuto presidente del Consiglio si è ben guardato dal regolare attraverso una legge nazionale. La ragione? “I turisti portano soldi”: certo, ma a chi? Il turismo crea lavoro povero, pagato male e con contratti peggiori rispetto ad altri settori: nel patrimonio culturale, per esempio, si lavora con contratti di lavoro “multiservizi” che pagano mediamente meno di 6 euro all’ora per le attività al pubblico. E questo vale anche per gli altri lavori “turistici”: col risultato che nel centro di Firenze, un cono gelato costa più di un’ora di lavoro della persona che sta al bancone, e ve lo serve.
Ebbene, anche l’Oltrarno è malato della stessa malattia, ma la presenza di un minor numero di monumenti “blockbuster”, la sua relativa distanza dagli itinerari stereotipati proposti dalle guide, la sopravvivenza di alcune botteghe artigiane e di negozi per i residenti, la presenza di qualche mercato, di associazioni e perfino di qualche bambino che gioca a pallone in piazza, tutto questo lo aiuta a resistere. Ora, invece, Funaro e Giani ne scovano (letteralmente) da sotto terra perché anche l’Oltrarno si prenda tutta la peste che ha già ucciso la Firenze da cartolina. Non è l’unica minaccia: un’altra è l’idea folle di scavare un parcheggio sotterraneo in Piazza del Cestello, anche qui quasi sotto l’Arno, che non servirebbe ai lavoratori o ai residenti, ma a portare altri partecipanti alla movida serale che moltiplica a dismisura i ristoranti anche su questa riva sinistra. È una vecchia questione. Nel 1519 Raffaello scriveva al papa (un fiorentino: Leone X) che “quelli li quali come padri e tutori dovevano difender queste povere reliquie di Roma, essi medesimi hanno lungamente atteso a distruggerle”. Oggi da chi governa “queste povere reliquie di Firenze”, ci si aspetterebbe tutela del diritto all’abitare, difesa di un tessuto civile, deflazione turistica: e invece arriva solo distruzione, cioè numeri da circo utili solo ad accelerare lo sfascio, a dare il colpo di grazia al poco che ancora resiste. A Barcellona, e anche altrove, i turisti sono ormai considerati nemici, complici dell’espulsione dei residenti e della decadenza delle città: anche qua ci siamo vicinissimi. In Oltrarno fioriscono scritte sui muri che si chiedono, per esempio, “perché la chiamate stagione dei turisti se non possiamo sparargli?”. Se il governo fiorentino e quello toscano non riescono a capire che siamo vicini al punto di non ritorno, devono davvero scavare un tunnel sotto l’Arno: ma per nascondersi.

Nessun commento:

Posta un commento