domenica 15 settembre 2024

Elena la Saggia


Kamala, Draghi&C.: i dem tifano guerra e povertà

di Elena Basile 

Kamala Harris ha segnato vari punti contro Donald Trump nel dibattito sull’Abc. Non che ci volesse uno sforzo intellettuale notevole per contrastare il tycoon e le sue sciocchezze. Bastava ridere di lui e fare battute. La stampa è soddisfatta, la Meloni anche. Si era esposta offrendo la testa bionda al bacio del presidente Joe Biden che ha mostrato all’audience mondiale il suo declino mentale. Sono felici i moderati di destra, ma soprattutto i progressisti del Pd. Veltroni e Renzi improvvisano un balletto, stretti l’uno all’altro.
Massimo Fini, alla festa del Fatto, ha invitato pubblicamente Marco Travaglio ad abbandonare ogni tanto la satira con editoriali più “seri”. Ma a me sembra che, data la realtà surreale dei nostri giorni, l’unica possibile traduzione per i lettori debba necessariamente essere cabarettistica. Come si può prendere sul serio la politica quando viene trattata come una partita di ping pong? L’Europa istituzionale e mainstream esulta al pensiero che una scadente vicepresidente, rimessa a nuovo dal botox, ridanciana e fotogenica, prenda il potere a Washington, promettendo di continuare la strategia fallimentare del suo predecessore in Ucraina e in Medio Oriente. L’escalation a Kiev deve continuare, bisogna colpire la Russia in profondità, far soffrire le popolazioni come soffrono gli ucraini nella speranza che il tiranno cada. Il mondo delle favole macabre in bianco e nero della Harris trionfa. A nulla vale spiegare che da un anno e mezzo questa postura occidentale produce solo escalation e vittorie russe, lutti in Ucraina (molti più che a Mosca) e ha avvicinato le lancette dell’orologio dell’apocalisse alla mezzanotte.
Sul Medio Oriente la aspirante presidente ha balbettato i soliti slogan senza senso: supporto incondizionato a Israele che deve difendersi, ma richiesta di cessate il fuoco e liberazione degli ostaggi. Nessuno che le chieda come arrivare al cessate il fuoco dato che Netanyahu sopravvive in virtù di una guerra senza sosta e lei, candidata presidenziale, necessita dei finanziamenti della lobby di Israele. Nessuno che possa obiettarle che Israele non si sta difendendo, perché la sua sicurezza mai è stata così vulnerabile. La violenza terroristica dello Stato di Israele ha isolato il Paese e spingerà i palestinesi a nuovi attacchi terroristici. Ma è tutto inutile, non si usa più ragionare. Trump farebbe qualcosa di diverso? Assolutamente no. Eppure è un parvenu del potere, un personaggio scomodo per le élite transnazionali e oligarchiche, e parla a un elettorato isolazionista, stanco di vedere la propria qualità di vita abbassarsi grazie ai miliardi impegnati nelle guerre “umanitarie” in difesa dei valori menzogneri dei democratici. Forse in Ucraina, non avendo gli interessi dei Biden, tenterebbe un compromesso, sempre che il Blob glielo permetta.
Panorama desolante, quello statunitense. Il congresso ha riservato le ovazioni al criminale di guerra Netanyahu, il debito sale, istruzione, sanità e infrastrutture hanno toccato il fondo soprattutto se paragonate ai progressi oggettivi in questi settori di Cina e Russia. Come afferma divertito Todd, la ricchezza statunitense si basa sui redditi degli avvocati. Un Gdp (Pil) composto dai profitti dei servizi, mentre la manifattura è in declino, gli ingegneri scarseggiano come la mano d’opera qualificata. Zombie pullulano nei quartieri delle metropoli, vittime della droga, del fentanyl, in una società senza cultura né spiritualità. L’Europa è sulla buona strada, insegue il modello americano. A chi teme il ritorno al fascismo, risponderei che è un fenomeno storico peculiare e circoscritto. L’incubo odierno è la scomparsa del linguaggio e dei significati, l’assassinio della memoria e della logica, la disumanizzazione dei popoli come quello palestinese, la fabbrica di alieni che si commuovono di fronte alla retorica di Michelle Obama o di Trump e poi investono con la macchina lo scippatore di borse, passando diverse volte sul suo corpo.
In Europa scompare l’umanesimo. La complessità è radiata dalle analisi. Liberali e socialdemocratici camuffano di vecchi valori (diritti umani e Stato di diritto) la loro cinica cupidigia. Le élite capitalistiche non hanno nulla a che vedere con le imprese nazionali in via di estinzione. Sono oligarchie del dollaro per le quali lavorano i banchieri e i burocrati. Draghi, che pure dovrebbe conoscere l’Europa e sapere che siamo ben lontani da una mediazione tra debitori e creditori, illustra un piano Marshall da 800 miliardi l’anno, reperibili con l’emissione di eurobond. La Commissione filo-americana di Ursula lo trasformerà in indebitamento europeo per costruire il braccio armato degli Usa. Sotto vecchi programmi, difesa europea e autonomia strategica, si nascondono nuove trappole belliciste all’insaputa dei popoli.

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