giovedì 8 agosto 2024

L'Amaca

 

Misteriose tempeste
DI MICHELE SERRA
È praticamente impossibile farsi un’opinione sul subbuglio interno ai Cinquestelle perché quasi nessuno dei parametri normalmente applicabili alla politica può aiutare a orientarsi. A partire dalla proclamazione della fine della differenza tra destra e sinistra (decisa nel preciso momento storico in cui quella differenza stava riprendendo senso, e vigore) e dalla escatologia digitale di Casaleggio, della quale nessuno ha mai più parlato, quasi niente di quel movimento è stato mai leggibile da chi non ne fa parte.
Non fa eccezione la dura lettera di una decina di ex parlamentari contro il leader Conte. L’ho letta un paio di volte e ho capito che ogni singola parola risponde a dinamiche interne, ovviamente rispettabili, ma non coinvolgenti, diciamo così, per gli estranei. Si discute e ci si divide sulla patrimoniale? Sulla politica fiscale? Sulle scelte energetiche? Sulle politiche migratorie? Sull’Ucraina? No, si litiga sull’organizzazione interna, certamente rilevante per i militanti ma non per l’elettorato e forse nemmeno per l’elettorato del Movimento.
La sola cosa vagamente comprensibile, per i non adepti, è che negli ultimi anni quel partito ha perduto quasi per intero il suo corposo elettorato di destra, tornato a casa, da Meloni e Salvini (tra gli sgocciolii di quel travaso, proprio ieri un senatore grillino ha annunciato di passare a Forza Italia). E ha mantenuto, grosso modo, il suo elettorato di sinistra. Si è dunque dimezzato, come era immaginabile che avvenisse. Una specie di ridimensionamento naturale – nessuno può pretendere di rappresentate tutti - del quale è molto difficile attribuire le colpe, e pure i meriti, a questo o a quello.

Nessun commento:

Posta un commento