giovedì 29 agosto 2024

L'Amaca

 

Eccesso di indignazione
DI MICHELE SERRA
Non ho mezzo dubbio sulla piena legittimità etica, e la palese utilità pratica, dell’affido o dell’adozione dei minori in famiglie “non tradizionali” (definizione vecchia come il pregiudizio che la sostiene). Ma so che ci sono persone contrarie: circostanza che in un Paese come il nostro, in storico ritardo (giuridico e politico) sul fronte dei diritti della persona, è tutt’altro che sorprendente. Semmai: è scontata.
Queste persone contrarie al cambiamento, come accadde ai tempi della battaglia per il divorzio e l’aborto legale, vanno affrontate come avversari politici. Non come bestemmiatori o come portatori di scandalo. Quando parlano (il caso più recente è quello di Patrizia Biagi, area Vannacci) è sbagliato cadere dalle nuvole o indignarsi oltre il lecito: sono i reazionari, in democrazia hanno voce e diritti politici alla pari del più virtuoso degli illuminati, bisognerebbe smetterla di parlarne con sgomento, di svenire per il raccapriccio ogni volta che dicono la loro. Non solo esistono, ma sono anche al governo, con milioni di voti che alimentano la loro corsa.
I progressisti (tali considero i fautori dell’allargamento dei diritti) devono correggere un loro difetto: l’eccesso di indignazione, che è indice di fragilità. La strada delle riforme, da che mondo è mondo, è in salita. Deve fare i conti con il conformismo — che certo non è un vizio di minoranza — e con la paura delle novità. La Biagi è tutt’altro che una provocatrice: è una conformista. E ha il diritto di esserlo. Noi, di dirglielo, ma senza sgranare gli occhi per l’incredulità. Dice le stesse cose che, da secoli, dice la gente che confida nel passato e diffida del futuro.

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