Il mondo al contrario
di Marco Travaglio
Dài, dite la verità: lo sognavate un mondo dove hanno ragione contemporaneamente Trump, Orbán e Salvini? Bene, anzi male: questo passa il convento.
Ogni sincero democratico attende che in America qualche vero progressista, magari la Harris, pronunci questa normale, anzi banale frase: “Siamo più vicini a una guerra mondiale di quanto non lo siamo mai stati negli ultimi cinquant’anni”. Invece l’ha pronunciata Trump, e non potrebbe essere altrimenti: la vice di Biden fa parte della banda della Casa Bianca che da anni soffia sul fuoco della guerra mondiale.
Ogni sincero democratico attende che in Europa qualche vero progressista metta a posto Ursula von Sturmtruppen, Borrell e gli altri euro-squilibrati che ci stanno trascinando in guerra con la Russia e vogliono autorizzare Kiev a invaderla e a bombardarla con le nostre armi, perché non riescono a dire la verità a un ex comico che fino a sei anni fa tentava di far ridere fingendo di suonare il pianoforte col pisello: qualcuno che dia dello “sconsiderato furioso” a Borrell, denunci “la politica bellicista sbagliata, irresponsabile e pericolosa dell’élite occidentale che sta distruggendo l’Europa”, accusi Ursula di dire “sciocchezze” e auguri a lei e ai suoi compari di “scendere dal cavallo di battaglia o cadere giù”. Invece l’hanno fatto il ministro degli Esteri e il portavoce di Orbán.
Ogni sincero democratico attende che in Italia qualche vero progressista, per esempio Elly Schlein (Conte e Fratoianni lo fanno da un pezzo), dica a chiare lettere che il nostro Paese “appoggia Kiev, ma è contrario a ogni ipotesi di interventi militari fuori dai confini ucraini”. Purtroppo l’ha detto Salvini, costretto oltretutto a rimangiarselo dagli altri partner di governo che, da Crosetto di FdI a Tajani di FI, sono sulla stessa linea, ma temono rappresaglie su Fitto dagli euro-estorsori di Bruxelles. E il Pd? Mentre Tajani diceva una delle prime cose sensate della sua vita (“Le nostre armi vanno usate in territorio ucraino, l’Italia non è in guerra con la Russia”), il senatore dem Alberto Losacco lo accusava di “isolare l’Italia in Europa e spingerla tra le braccia di Orbán”. E l’esagitata Pina Picierno, incredibilmente vicepresidente del Parlamento europeo, accusava il ministro degli Esteri di “porre il Paese su un pericoloso crinale antieuropeo”: il tutto perché Tajani aveva osato ricordare che l’Italia ha una Costituzione che ripudia la guerra. Quindi i pidini, mentre si mettono in mostra raccogliendo le firme per la “Costituzione più bella del mondo” contro il premierato e l’autonomia, pensano che l’articolo 11 l’abbia scritto Orbán e che l’Europa sia nata per fomentare le guerre, non per abolirle. Ci vorrebbe Totò: poi dice che uno si butta a destra.
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