martedì 9 luglio 2024

L'Amaca

 

Il popolo non è populista
DI MICHELE SERRA
Un bel pezzo dell’establishment politico italiano dovrebbe meditare sulla scelta di Macron di far votare i francesi, ovvero di confidare nella capacità (e comunque nel diritto) dei cittadini di dire la loro sul futuro politico della comunità nazionale. L’idea che il potere sia una élite chiusa e sorda è la base emotiva e ideologica del populismo. Ma non regge più di fronte a un voto così partecipato e chiaro, che non dice molto su chi ha veramente vinto, ma dice moltissimo su chi ha perso. Non è l’Eliseo, non sono i “poteri forti”, è il popolo francese in prima persona che ha sbarrato la strada del governo all’estrema destra.
Ancora oggi ci domandiamo in che Italia vivremmo se, in almeno un paio di casi, si fosse andati al voto piuttosto che rimescolare all’infinito (non oltre le regole, ma sicuramente oltre il buon senso) gli stessi vecchi ingredienti, come se la vox populi terrorizzasse i nostri reggitori. Sta di fatto che la destra populista, con argomenti farlocchi ma anche con qualche buona freccia nel suo arco, ha potuto dire, per anni, che il Palazzo aveva paura del cambiamento.
Il più grande alleato del populismo è il suo contrario, l’elitarismo, e siccome niente è più popolare e meno elitario delle elezioni, la decisione di Macron appare, oggi, non solo quella vincente, ma anche quella giusta. Lo sarebbe stata anche se Le Pen avesse conquistato la maggioranza relativa, perché dare la parola al popolo significa tirare una riga definitiva sull’accusa, micidiale in democrazia, di temerlo.
Se in Italia la destra populista è al governo, forse è anche perché ai suoi avversari è mancato il coraggio di battersi nelle urne quando sarebbe stato giusto farlo. E magari anche vincente.

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