mercoledì 10 luglio 2024

L'Amaca

 

Un aeroporto poco milanese
DI MICHELE SERRA
Giudicando inopportuna e sgarbata la decisione di intitolare l’aeroporto di Malpensa a Berlusconi, il sindaco di Milano Sala non fa che interpretare l’opinione e i sentimenti (contano anche i sentimenti) di una larga parte, molto probabilmente la maggioranza, dei cittadini milanesi. La replica del Salvini, come era prevedibile, è quella di un bullo che divide gli altri in due categorie: o fanno parte del suo clan o sono nemici da disprezzare, e dunque non può essere nemmeno sfiorato dal dubbio che esistano anche le ragioni degli altri.
Non ce la fa proprio. La riflessione non è il suo ramo. Di qui, forse, il suo sistematico sgarbo: lo esime da ogni discussione nel merito.
Il paradosso, nel caso specifico, è che è stata soprattutto la Lega a pretendere che Milano, non volentieri, digerisse Malpensa come suo aeroporto internazionale. E dunque, conterà qualcosa l’opinione del sindaco di Milano e dei milanesi sul nuovo nome di Malpensa, oppure Salvini, che a Milano conta meno del due di picche, può permettersi il lusso di opporgli il suo “me ne frego”?
È molto improbabile che nel governo qualcuno raccolga il malessere di mezzo Paese, e dei tre quarti di Milano, per una intitolazione che suona per metà ridicola e per metà sfrontata. Il pezzetto “moderato” della maggioranza non può, in questo caso, moderarsi, perché esso stesso è intitolato a Silvio Berlusconi.
Prepariamoci dunque a vedere gli stranieri transitare da Malpensa con un sorrisetto di compatimento, o ribattezzarlo aeroporto Bunga Bunga come già ventilano i buontemponi sui social. La sola cosa che potremo dire loro sarà “noi non c’entriamo nulla”. Ci siamo già abituati da parecchi anni, del resto.

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