Sabotarsi con le proprie mani
DI MICHELE SERRA
Il candidato Vannacci (gemello diverso del Salvini) promette «il sabotaggio di chi vuole distruggere i valori occidentali, romani e cristiani». Ci fornisca, per cortesia, l’elenco completo dei suddetti valori: così che noi si capisca se saremo o non saremo sabotati. E soprattutto possa capirlo persino lui.
Tra i valori occidentali, per esempio, c’è senza dubbio alcuno la tolleranza, fondamento delle democrazie francese e americana e per li rami di tutte le successive. Se l’intolleranza dovesse essere messa al bando con l’inflessibilità del mondo classico (ed eccoci ai valori romani: multietnici e multisessuali come pochi altri), il Vannacci, in compagnia del Salvini, sarebbe mandato in esilio in Dacia o in Bitinia a fare da servente di qualche capo barbaro, che farebbe capire a questi due vivaci omoni chi somministra gli sganassoni più forti; o in remote regioni germaniche a pescare alborelle, attività comunque ottima per mantenere vivace la pagina Instagram.
Quanto ai valori cristiani, il Vannacci e il Salvini, sbandieratore di rosari, rischiano davvero grosso. Se la parola di Cristo è quella evangelica, praticamente ad ogni rigo il duo è fuori contesto, fuori canone, fuori luogo. Il rischio, ad ogni loro passo, ad ogni loro parola, è quello dell’apostasia: con la religione cristiana, due così, c’entrano quanto Pupo con la Costituzione. Non fosse che il Nuovo Testamento (ecco i valori cristiani) è gentile anche con i meno disposti alla gentilezza. Cristianamente parlando, dunque, il duo Vannacci-Salvini può contare sul perdono. Sui valori occidentali e romani, no, non possono contare. Non ne fanno parte.
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