Eccoli!
Son tornati i partecipanti alla Sardina Cup, intruppati come scolaretti dalla rapto-tecno-politica smargiassa di Yoghi, pronti a gustare panorami e luoghi che esigerebbero silenzio, rispetto, degustazione del frizzantino marino. Invece, come beoti che fotografano i quadri nei musei, non comprenderanno la differenza tra Vernazza e la metro di Tokyo, Riomaggiore e il Gran Bazar di Istanbul. Accolti dalla tipica gentilezza rivierasca ligure, simile a quella di un vegano che chiede tofu a Cecchini a Panzano in Chianti, trascorreranno una giornata all’aria aperta, tornando a casa intontiti e storditi più che Donzelli al Cern svizzero, ponendosi silenziosamente la madre di tutte le domande: “ma cosa caxxo ci sono andato a fare che ho pagato il treno più che il caviale, ho mangiato al terzo turno fritture dei mari del Nord, ho comprato focaccia ad once come l’oro, acqua quanto un Sassicaia, e ho visto un coriandolo di mare?!?”
Nessun commento:
Posta un commento