lunedì 22 aprile 2024

Ahhh!


Contrordine la Juventus truffò Ronaldo e con Ronaldo ha truffato il campionato

di Paolo Ziliani

Fin da subito, da quando nell’estate 2018 la Juventus lo acquistò 33enne dal Real Madrid per 105 milioni più 12 di oneri accessori (leggi commissione agli agenti), ci avevano raccontato che Cristiano Ronaldo era un grande affare perché non solo, sportivamente parlando, avrebbe fatto vincere alla Juventus la tanto agognata Champions League, ma si sarebbe ripagato da sé con la sola vendita delle magliette.
Sei anni dopo, ammesso che qualcuno abbia mai creduto alle panzane dell’Istituto Luce, il grande bluff è stato disvelato in ogni sua piega più riposta: non solo Ronaldo non ha minimamente inciso sulla parabola sportiva della Juventus, che con lui in campo è stata spazzata via in Europa prima dai ragazzini dell’Ajax (quarti di finale), poi dal Lione (ottavi) e infine dal Porto (ottavi), ma il peso del suo ingaggio si è rivelato con l’andare del tempo talmente insostenibile da portare la Juventus, società quotata in borsa, a comportarsi come un ladro di polli provando a rubare al suo asso quattro stipendi per sgraffignargli 20 milioni.
Quando Ronaldo – che nell’estate del 2021, un anno prima della fine del contratto, venne ceduto al Manchester United – decise di fare causa alla Juventus per ricevere gli stipendi che non gli erano stati pagati, il fatto aveva destato scalpore: sia perché la stessa sorte era toccata a Dybala, che a sua volta aveva reso noto di non avere ricevuto dal club stipendi per 4 milioni, sia per la piccata reazione del club di Agnelli, ormai passato alla gestione Scanavino-Ferrero, quella che avrebbe dovuto mettere Madama sui binari della legalità e della lealtà dei comportamenti. A dispetto dei moniti e dei nuovi procedimenti aperti da Consob e Procura di Roma sui nuovi bilanci del club redatti ancora sulla falsariga di quelli farlocchi dell’era Agnelli, la Juventus affermava di non avere nulla da temere rispetto al contenzioso Ronaldo e di non dovere al portoghese un solo centesimo: tant’è che nessuna somma aveva provveduto ad accantonare in bilancio alla voce “rischi”, com’è dovere dei club quotati, a dispetto dei dubbi avanzati da molti, Consob in primis.
Com’è finita lo abbiamo visto. Il Collegio Arbitrale ha dato torto, giorni fa, alla Juventus e l’ha condannata a pagare a Ronaldo la metà della somma dei 4 stipendi reclamati dal giocatore: 10 milioni più interessi. Ma non è finita: il pronunciamento del Collegio Arbitrale, che penalizza anche il ricorrente Ronaldo – riconoscendogli solo la metà dei soldi sottrattigli – in quanto corresponsabile dell’illecito “manovre stipendi”, è in realtà una Waterloo per il club bianconero. Viene stabilito che le illecite “manovre stipendi” varate alla Juventus nelle stagioni 2019-20 e 2020-21 furono messe in atto con il concorso consapevole di ogni componente societaria, dalla dirigenza a tutti i tesserati: per l’esattezza 23 (allenatore Sarri compreso) nella prima stagione e 17 nella seconda. Se la Figc non fosse corsa in soccorso della Juventus con l’inciucio del vergognoso patteggiamento del 30 maggio scorso, cancellando con un colpo di spugna tutti i suoi illeciti e salvandola da un processo che avrebbe avuto conseguenze rovinose, oggi la Juventus sarebbe in Serie C, tutti i tesserati dell’epoca sarebbero andati incontro a una squalifica non inferiore a due mesi, lo scudetto vinto nel 2020 non figurerebbe più nell’Albo d’Oro e la Juve si ritroverebbe iscritta oggi al campionato irregolarmente. O meglio: lo è. Ma secondo voi, interessa a qualcuno?

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