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di Marco Travaglio
È così raro trovare oggi un capo di Stato o di governo con due o tre neuroni attivi che, quando accade, va subito segnalato. Dunque è con grande giubilo che riportiamo le parole di Mattarella a Cassino, città-martire della Seconda guerra mondiale: “Gli storici ci consegnano un numero terrificante di vittime (quasi 200 mila morti, ndr) delle diverse armate (gli Alleati e i tedeschi ex-alleati, ndr) e della popolazione civile in 129 giorni di combattimenti”. Uno dei tanti orrori che dettarono ai Padri costituenti le parole definitive dell’articolo 11: “Nella Costituzione c’è un’affermazione solenne: il ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Lì ci sono “le ragioni, le premesse del ruolo del nostro Paese nella comunità internazionale: costruire ponti di dialogo e collaborazione con le altre nazioni, nel rispetto di ciascun popolo”. Il discorso stride con quello di Macron, che persevera nella follia di inviare truppe Nato in Ucraina, cioè di scatenare la terza guerra mondiale. Dopo aver avallato con parole, opere e omissioni due anni di escalation, spostando ogni giorno più in là la linea rossa dell’indicibile (a Kiev solo armi difensive, anzi anche offensive ma leggere, anzi anche pesanti, anzi anche i tank, anzi anche i mega-carri armati, anzi anche i missili a corto raggio, anzi anche a medio, anzi anche a lungo, anzi pure i caccia), il Quirinale pare spaventato dall’ultima inevitabile conseguenza della bulimia bellicista della Nato, speculare a quella russa. E riscopre l’articolo 11, calpestato dai governi Draghi e Meloni ininterrottamente dal febbraio ‘22, prima che l’Italia sia trascinata in un nuovo conflitto mondiale, il primo tutto nucleare. Un bel progresso rispetto alle giaculatorie sulla “pace giusta”, che non esiste perché dipende dalla guerra, che non è mai giusta: chi l’ha vinta decide e chi l’ha persa deve accettare dolorosi compromessi. Come finora ha osato dire l’unico leader mondiale rimasto lucido: il Papa.
Purtroppo lo stesso allarme non si riscontra nel governo Meloni: qualche ministro pigola che non invieremo truppe per non perdere voti alle Europee, ma nessuno ha gli attributi per chiedere un immediato vertice Nato che isoli Macron e le sue fregole guerrafondaie e avvii una mediazione di pace. Del resto le destre, come il Pd e i vari centrini, hanno appena votato al Parlamento europeo la demenziale risoluzione Von der Leyen che impone il riarmo di Kiev a spese nostre fino alla riconquista delle regioni perdute, inclusa financo la Crimea. Cioè in saecula saeculorum. Chi non andrà a votare alle Europee per estinguere questi pazzi scatenati potrebbe pentirsene amaramente, sempreché sopravviva.
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