Nell'interessantissima trasmissione di Pif "Caro Marziano", tutte le sere su Rai 3, che consiglio caldamente, sono emersi, dall'oblio dal sapore antico mafioso, ieri sera nella puntata dedicata ai sopravvissuti della strage di Capaci, alcuni aspetti ancor oggi sconcertanti, generanti confusione, inzuppati di collusione:
- quando Falcone andava a Roma non aveva scorta
- la scorta a Palermo gli era stata ridotta, da 24 a 12 uomini
- erano stati tolte alcune armi alla stessa scorta, tra cui fucili a pompa
- non avevano in dotazioni le radio portatili che avrebbero nascosto le comunicazioni tra le varie auto al seguito, costringendo gli uomini della scorta ad utilizzare la radio centrale operativa, di facile ascolto da parte di tutti, anche dei mafiosi.
- erano state potate delle piante che oscuravano la visuale a quel bastardo di Brusca che premette il tasto per generare l'esplosione
- avrebbero potuto assassinarlo facilmente a Roma, visto che girava da solo. Ma scelsero di ammazzarlo a Capaci per dimostrare a chiunque il potere mafioso.
Nel silenzio generale, questo non è stato detto ma emerge, la mafia continua a imperversare, soffice, nascosta, onnipresente.
Giovanni Falcone, sua moglie e gli uomini della sua scorta potrebbero fungere ancor oggi da impedimento alla grande commistione affaristica tra politica e mafia.
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