Molti filmini zero umanità
DI MICHELE SERRA
Se solo uno dei ragazzini che ha filmato con il cellulare una rissa tra due ragazzine, finita a coltellate; e non solo non ha fatto nulla per separarle, ma le ha incitate, ridendo e gridando, così il filmino veniva meglio e garantiva qualche clic in più sui social; e alla fine ha zoomato sulle ferite, il sangue, i leggings tagliati, sempre senza muovere un dito per soccorrere la soccombente, che non è morta solo perché ha avuto molta fortuna; se solo uno di quei ragazzini, dicevo, si rendesse conto della disumanità, dell’ignobiltà del suo comportamento, il mondo sarebbe salvo.
L’omissione di soccorso è un reato, e bene sarebbe che i presenti venissero identificati e convocati dal Tribunale dei Minori, così da rendersene almeno conto, che è un reato. E poi se ne tornassero a casa, per fare i conti con qualche genitore, o fratello o sorella maggiore, che li accolga e li aiuti, e gli voglia bene, ma non li assolva. Ma non è questo il punto. Il punto vero è capire se uno di loro — anche uno solo di loro — è in grado di rendersi conto, al di là del vecchio e forse inefficace vaglio della legge, che un essere umano, se vede un altro essere umano che rischia di morire, non usa le mani per filmare. Usa le mani per salvare.
La coscienza profonda di questo concetto (che non è un “codice morale”: è quasi un sentimento naturale) non può venire meno senza che venga meno l’umanità.
Ho pensato, leggendo quella notizia, vedendo quelle immagini: vorrei parlare con loro, uno per uno. Mi rifiuto di considerarli perduti.
Se lo sono loro, lo siamo tutti. Rimarremo al mondo, tutti quanti, solo come cast di un filmino. Miliardi di filmini, e nemmeno un essere umano.
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