Il Dio cattivo delle Nazioni
DI MICHELE SERRA
Nel Paese più popoloso del mondo (l’India) il governo nazionalista ha promulgato nuove leggi restrittive contro la minoranza musulmana.
L’induismo, sotto la presidenza di Modi, in carica ormai da dieci anni, è quasi religione di Stato.
È solo l’ultima di una lunga serie di notizie che riportano in primo piano l’uso identitario della religione e, di conseguenza, il suo sfruttamento politico. Niente galvanizza le masse come i terribili, primitivi “noi” e “loro” stratificati nei secoli dalle diverse appartenenze religiose. Il primo scorcio del terzo millennio (dalle Torri Gemelle in poi) è un ribadire ostinato, direi forsennato, dell’identità religiosa come smentita evidente di ogni illusione che l’umanità sia una sola. Non lo è; e per sommi capi, fatta eccezione per una minoranza temo trascurabile, non ha alcuna intenzione di esserlo. Provate a immaginare il tragico scenario mediorientale depurato dal fattore religioso; i palestinesi senza l’islamismo di Hamas e Israele senza i suoi ministri ortodossi; uno dei principali ostacoli, forse proprio il principale, alla comprensione reciproca e alla pace sarebbe infine rimosso.
Nel Paese più popoloso del mondo (l’India) il governo nazionalista ha promulgato nuove leggi restrittive contro la minoranza musulmana.
L’induismo, sotto la presidenza di Modi, in carica ormai da dieci anni, è quasi religione di Stato.
È solo l’ultima di una lunga serie di notizie che riportano in primo piano l’uso identitario della religione e, di conseguenza, il suo sfruttamento politico. Niente galvanizza le masse come i terribili, primitivi “noi” e “loro” stratificati nei secoli dalle diverse appartenenze religiose. Il primo scorcio del terzo millennio (dalle Torri Gemelle in poi) è un ribadire ostinato, direi forsennato, dell’identità religiosa come smentita evidente di ogni illusione che l’umanità sia una sola. Non lo è; e per sommi capi, fatta eccezione per una minoranza temo trascurabile, non ha alcuna intenzione di esserlo. Provate a immaginare il tragico scenario mediorientale depurato dal fattore religioso; i palestinesi senza l’islamismo di Hamas e Israele senza i suoi ministri ortodossi; uno dei principali ostacoli, forse proprio il principale, alla comprensione reciproca e alla pace sarebbe infine rimosso.
Che questo uso discriminante e oppressivo della religione sia avversato e disprezzato dagli agnostici, i libertari, i non confessionali, è ovvio.
Mi chiedo però come facciano a tollerarlo i credenti di ogni fede, per i quali l’universalità di Dio dovrebbe rendere oscena e ridicola la sua riduzione a protettore di un popolo, di una Nazione, di uno Stato. L’idea stessa della religione è super-umana, guarda all’infinito e al cosmo, frantuma ogni confine. Che cosa c’è di più miserabile, e di più irreligioso, di un uso politico di Dio? Se fossi un prete, un rabbino, un imam, un sapiente indù, starei architettando una Internazionale di Dio, che maledica e combatta ogni forma di nazionalismo religioso.
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