martedì 5 marzo 2024

Così non si fa!

 

In galera!
di Marco Travaglio
Un’incomprensibile congiura del silenzio sta oscurando l’ultimo mega-scoop del Corriere. Che domenica, per la penna di Fabrizio Roncone (onore al merito), a “una festa di compleanno in un ristorante sotto l’acquedotto Claudio, tra mozzarelle di bufala ed ex calciatori della Roma, direttori di giornali, ruggenti cinquantenni con i capelli mesciati e pure il mitologico Lotito” ha raccolto “una vocina perfida e lucida” del Pd in vena di rivelazioni sensazionali: Giuseppe Conte ha un’“ambizione rapace”, una “vanità assoluta”, una “sulfurea ambizione”, una “pura ossessione: tornare a Palazzo Chigi per la terza volta”, il che ne fa un “camaleonte feroce”, anzi “un piccolo spietato coccodrillo”. Insomma, “pazzesco”. Sì, avete capito bene: c’è un leader che, diversamente dagli altri, fa politica per vincere. E non il Festivalbar, Miss Italia, il Pallone d’oro, la Parigi-Dakar o la Vasaloppet, no: le elezioni, e per governare. Ma vi rendete conto? “Qualcuno avverta Elly, che continua ad accarezzarlo con troppa disinvoltura”, evidentemente ignara di tutto. Come del resto la forza pubblica e le procure della Repubblica competenti sulla follia illegale ed eversiva del putribondo figuro che vuol guadagnare voti anziché perderli e – quel che è peggio – ci riesce pure. Fortuna che Roncone, fra una mozzarella, un mesciato e un Lotito, ha auscultato quella vocina, sennò tutti penserebbero che Conte si faccia un mazzo così per essere sconfitto e per non governare mai più.
Per la verità lo scoop del Corriere era già stato preceduto da analoghe intuizioni del sagace Massimo Franco, il quale aveva subodorato che, dopo la vittoria della sua Todde, “Conte festeggia più della Schlein” (anziché mettere il lutto), ergo è “nostalgico di Palazzo Chigi” e vuole “usare il risultato sardo come premessa della propria centralità” (anziché per la propria marginalità). Altri geni sospettano da tempo che “mediti il sorpasso” sul Pd e financo su FdI (ogni leader che si rispetti medita di arrivare ultimo). Ma lo scoop del Corriere trasforma i sospetti in certezza: oltre a infilare la pochette nel taschino della giacca, a indossare un dolcevita nero (ma solo d’inverno), a passare il penultimo Capodanno a Cortina (e non all’addiaccio: in hotel) e soprattutto a non decidersi a defungere, il mostro di Volturara Appula preferisce governare lui che lasciarlo fare alla Meloni. Ma si può? E come si permette? Sarebbe come se un cantante rapace andasse a Sanremo per arrivare primo, un regista sulfureo partecipasse a Cannes per vincere la Palma d’Oro, un allenatore vanitoso aspirasse allo scudetto, uno scienziato ossessionato ambisse al Nobel, un ciclista spietato corresse per la maglia rosa o, peggio, gialla. Scandalo, orrore, raccapriccio. Che aspettano ad arrestarlo?

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