Poveri Pupi senza via di fuga
DI MICHELE SERRA
Lo so, ci sono problemi ben più gravi, nel mondo. Ma nonostante questo, o forse proprio per questo, la domanda del giorno, per me, è la seguente: riusciremo a evitare che un’eventuale separazione Ferragni-Fedez occupi, sui media di ogni ordine e grado, lo stesso spazio occupato dalla separazione Totti-Ilary? La risposta è no, non ci riusciremo.
Ci diranno tutto, ora per ora, essendo quelle due persone (anche per loro scelta) personaggi di spicco dell’immenso Teatrino dei Pupi che i media vecchi e nuovi gestiscono in comproprietà. Chi sono i burattinai? Ma siamo noi, che diamine, con i nostri clic. Prima li facciamo vincere, poi li facciamo perdere, prima li facciamo diventare ricchi e famosi, poi sciagurati e colpevoli (ci sono più inchieste sui pandori di Ferragni che sul cartello di Medellín).
Che siano persone in carne e ossa è un dubbio che raramente ci coglie, e la sola giustificazione è che forse quel dubbio non è venuto nemmeno a loro, nel momento in cui si sono consegnati, mani e piedi, alla legge dei clic.
Forse perché uno dei due l’ho conosciuto, e non mi ha fatto una cattiva impressione, mi dispiace vederlo in balia del suo stesso gioco. Per inguaribile ottimismo, quando vedo la preda braccata dai cani spero sempre che gli resti una via di fuga. Solo che “via di fuga” significa fuga.
Vuol dire andarsene, sparire nel profondo della macchia, o perlomeno provarci. Ci sono ancora margini di sparizione, in questo mondo atrocemente esposto? E sparire dove, poi?
Esiste ancora un altrove dal quale farsi inghiottire, o si è per sempre prigionieri dello stesso palcoscenico sul quale prima piovevano applausi e quattrini, oggi fischi e richieste di rimborsi?
Nessun commento:
Posta un commento