Assistiamo impotenti all'ennesima commedia all'italiana, il regno della politica come mestiere, feudo di chi, dal consigliere comunale alle più alte cariche, altera incommensurabilmente l'idea filosofica della Politica, l'intrinseco servizio alla comunità che ne scaturirebbe se fosse normodotato il pensiero che il dedicarsi agli altri, qualsiasi colore s'indossi, non sia per sempre. Ed invece apriti cielo! Paleozoici energumeni sbraitanti alla luna, in cerca di una riconferma che manleverebbe loro dal ricercare il solito ed usuale anfratto in qualche partecipata per il dolce scazzeggio attendente la smagliante pensione.
Due mandati, dieci anni. Sono sufficienti per far politica al riparo dai pericoli sparsi ovunque, degeneranti la propria dignità? Si, bastano ed avanzano, come il Movimento 5 Stelle da sempre attua al suo interno, tra la derisione generale dei mestieranti.
Un presidente di regione dispone di tempo congruo per materializzare i suoi progetti nei due mandati? Altroché!
E allora? Fermo restando che, personalmente, agogno la scadenza del doppio mandato totiano in Liguria come una liberazione, è eclatante la ritrosia del Cazzaro in merito al termine del governatorato veneto di Zaia, che lo trasformerà in un suo avversario della poltrona di segretario della Lega.
Ed infine Bonaccini: Bonaccini prova per qualche istante a fare il politico con parvenza di sinistra! Prova a staccarti dai tuoi colleghi pachidermi che nella politica vedono solo un mestiere, molto ben remunerato. Provaci e vedrai che comprenderai di esserti anche tu trasformato, in peggio.
Nota per il grande pensatore leghista Calderoli che ha minacciato di estendere il limite dei due mandati ai parlamentari: ma ben venga questa novità, che trasformerebbe l'intero parlamento in un opificio di idee e miniera di iniziative, mentre ora, pensando a Fassino, Casini ed egli stesso, appare come un coacervo di pensionati imbolsiti, storditi dal bisso ed incapaci di comprendere una vita lontana dalla ribalta.
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