martedì 6 febbraio 2024

A proposito di carote…



di Selvaggia Lucarelli

Cose che non ho capito: intanto il perché il permesso di andare via passi attraverso il sì del padre, mentre la madre sembra non contare un cazzo tanto più che il padre è uno che aggiusta biciclette di notte da solo in garage mentre piove quindi è chiaramente un sociopatico pericoloso. 

Non ho poi capito perché cenano al buio. In realtà l’ho capito nel fotogramma successivo, sono di Genova come mio padre, la luce costa,  e infatti pure per noi la cena era un’esperienza crepuscolare. 

Non ho capito neanche perché il povero fratello maschio è sempre muto, ma forse se hai un padre che si acquatta in garage da solo col temporale, ti fa cenare al buio come sotto i bombardamenti e fa il karaoke con la carota nonostante un microfono Bontempi per karaoke costi 18 euro, perdere la parola è il minimo. 
Ho capito invece perchè questa roba della scelta dei pubblicitari ricaduta sulla carota, ovvero così ci facciamo battute e meme fino al 2029 e Esselunga è contenta. 

Della serie: “papà ho comprato due carote!”. “Ma dai è perché?l “Così una la mangi!”. E con l’altra ci fa il karaoke, cosa avete capito. Ah, mio padre quando gli ho detto a 18 anni che andavo via di casa mi ha risposto “ok, ne parliamo dopo, ora c’è la partita”. 

Per questo non potrei mai scrivere spot emotivi per Esselunga, finirebbero tutti col no secco della ministra Roccella. Ah, ovviamente ho pianto, ma quello è il cane di Pavlov: se hai più di 40 anni e vedi uno spot con la pioggia e una musichetta stracciapalle, è subito gattino bagnato Barilla. Impossibile resistere. Comunque brava Esselunga, ci hai fregati ancora una volta, quindi oggi vado alla Coop.

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