Il maestro Mokurai era seduto nel cortile di un tempio Zen, quando sentì il gong che annunciava l’arrivo del suo giovane allievo Toyo. Dopo essersi inchinato tre volte, Toyo si accomodò sul cuscino accanto al maestro mantenendo un perfetto silenzio. Senza distogliere lo sguardo dall’orizzonte, Mokurai interrogò l’allievo con il koan: «Tu conosci il suono del battito di due mani, ma cos’è il suono del battito di una mano sola?». Il ragazzo si ritirò nella sua stanza sforzandosi di ascoltare il silenzio ad occhi chiusi. Sentì il suono della musica delle geishe, il ticchettio delle gocce d’acqua, il fruscio del vento, il canto di una civetta. Confuso da questi rumori e incapace di trovare una risposta al koan, si ritirò in profonda meditazione in un eremo isolato. Infine tornò da Mokurai con la risposta: «L’ho sentito, ma è privo di suono».
(Prima del Big Bang - Gian Francesco Giudice)
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