lunedì 15 gennaio 2024

Nascondenti


Il governo nasconde Matteotti e ignora le vittime del nazismo
LA REPUBBLICA DEI FRATELLI D’ITALIA - La “nostra identità”. Viene da chiedersi se quella di Fdi interpreti la democrazia italiana o invece la rappresentazione fascista vista ad Acca Larentia giorni fa
DI TOMASO MONTANARI
Il programma elettorale di Fratelli d’Italia alla voce cultura prometteva nientemeno che la “Creazione di un nuovo immaginario italiano anche promuovendo, in particolare nelle scuole, la storia dei grandi d’Italia e le rievocazioni storiche. Valorizzazione del Giubileo 2025 e di Roma Capitale della Cristianità. Contrasto a cancel culture e iconoclastia che minacciano i simboli della nostra identità”. Tutto sta a capire cosa si intenda per “nostra identità’” quella della Repubblica italiana, o quella plasticamente visibile ad Acca Larentia qualche giorno fa?
La domanda è urgente, a giudicare dalla tacita, quanto inesorabile, azione di cancellazione che questo governo sta di fatto portando avanti verso la figura di Giacomo Matteotti, e verso la memoria dei crimini nazi-fascisti. Già, perché questa è la vera cancel culture: quella di chi cancella, avendo conquistato il governo, la memoria e la storia di una nazione. In questo caso di una nazione che ha scelto l’antifascismo, e bandito il fascismo: pensavamo per sempre.
Quando ciò avviene non attraverso leggi, o proclami espliciti, ma attraverso omissioni, silenzi, boicottaggi è necessario unire i puntini, esplicitare moventi, connettere fatti diversi. Uno di questi fatti è la sistematica opposizione dell’Avvocatura dello Stato alla liquidazione dei risarcimenti riconosciuti dai tribunali della Repubblica a vittime dei fascisti e dei nazisti.
L’erogazione dei fondi previsti da una legge voluta dal governo Draghi non è evidentemente paragonabile a quella dovuta quando lo Stato soccombe in giudizio: ma l’atteggiamento dell’Avvocatura è invece lo stesso. Di fronte alle polemiche, la Presidenza del Consiglio ha emesso una nota in cui difende questa linea, chiedendosi retoricamente perché “in un giudizio che vede come parte chiamata in causa lo Stato, quest’ultimo non debba costituirsi per concorrere alla verifica dei presupposti della richiesta di danni, tanto più quando dai crimini che sono alla base delle domande di risarcimento sono trascorsi 80 anni”. Ragionamento astrattamente comprensibile, ma che non spiega la natura in alcuni casi palesemente ostruzionistica della condotta dell’Avvocatura; e che non cancella, ma anzi avvalora, l’idea che, attraverso questa non formale resistenza, il governo intenda invece ribadire la continuità dello Stato tra fascismo e Repubblica. Insomma, non si sfugge all’idea che il governo si consideri controparte politica di quelle vittime. Vittime che, vista l’età, potrebbero in molti casi a questo punto non ricevere alcunché.
Non è possibile non collegare a questa costante azione insabbiante, la vergognosa gestione dei fondi all’anniversario di Matteotti. La legge approvata a luglio scorso (anche con i voti della destra) prevedeva che i bandi finanziati per le iniziative celebrative uscissero in settembre. Ma nonostante lettere, dichiarazioni pubbliche e proteste delle istituzioni coinvolte, ad oggi non ve n’è traccia. Di fronte alle polemiche, il sottosegretario Mantovano ha infine garantito che i bandi usciranno a fine gennaio, con ‘soli’ quattro mesi di ritardo. Considerando che l’anno è già iniziato, e che Matteotti fu assassinato dai fascisti il 10 giugno, non si tratta di una perdita di tempo sanabile: il centenario è ormai compromesso. Ed è veramente difficile credere ad un innocente ritardo: pare invece di assistere ad una tattica precisa. Visto che uccidere un’altra volta Matteotti votando contro il centenario è – almeno per ora – troppo esplicito, si vota la legge con la riserva mentale di boicottarne poi nei fatti l’attuazione.
Il punto è che per i nipotini di Giorgio Almirante, “servo dei nazisti” e “fucilatore di partigiani”, Matteotti non è certo uno dei “grandi d’Italia” da far conoscere nelle scuole. Pochi giorni fa, il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Tommaso Foti ha gridato in Parlamento che al suo partito è particolarmente cara la frase con cui si chiude il Manifesto futurista (1909): “Ritti sulla cima del mondo, noi scagliamo, una volta ancora, la nostra sfida alle stelle!…”. È un testo-incubatore del pensiero fascista. Poche righe sopra si legge: “Noi vogliamo glorificare la guerra – sola igiene del mondo – il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna”.
Quindi, ha terminato il suo intervento citando una canzone della Compagnia dell’Anello che adatta Tomorrow belongs to me, la canzone che in Cabaret canta un membro della Gioventù Hitleriana: un testo di matrice nazista, con passaggi palesemente antisemiti e trasparenti apologie del fascismo, che è l’inno del Fronte della Gioventù.

C’è una destra di strada che fa il saluto romano ad Acca Larentia, e c’è una destra di palazzo dice queste cose e contemporaneamente boicotta i risarcimenti alle vittime dei nazi-fascisti e il centenario di Giacomo Matteotti: ci sarà, o no, una qualche relazione tra le due? 

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