Senti chi sparla
di Marco Travaglio
Ci costringeranno a dare ragione a Vannacci, almeno per il titolo del libro Il mondo al contrario. Da quando la povera ristoratrice si è (probabilmente) suicidata, si è scatenata una caccia alla donna, cioè a Selvaggia Lucarelli, rea di aver condiviso un post del compagno food blogger: sono loro i moventi e i mandanti di un suicidio (già diventato omicidio) che nessuno sa a cosa sia dovuto, ma tutti fingono di saperlo. Cioè a questo commento tipico dei serial killer: “La notizia del giorno è quella di una pizzeria che riceve una recensione omofoba e abilista su Google, risponde con forza, pubblica lo screenshot sui propri social, riceve centinaia di commenti positivi e di recensioni a 5 stelle di incoraggiamento. ‘Mi hanno messo a sedere di fianco a dei gay, e c’era pure un ragazzo in carrozzina, mi sono sentito a disagio’. E la titolare: ‘la invito a non tornare da noi, a meno che non ritrovi in sé i requisiti umani…’. Eppure… (seguono i dettagli tecnici che fanno pensare a un fake, ndr). Siamo sicuri che questo screenshot sia autentico? In ogni caso, nulla gli ha impedito di diventare una notizia, di occupare le homepage di tutti i quotidiani online, di scatenare un’ondata di solidarietà umana verso una pizzeria che, a quanto pare, offre iniziative benefiche a favore di persone con disabilità. Eppure a me dà fastidio. Se lo screen fosse davvero falso… ci troveremmo di fronte a parecchie implicazioni scomode. Non solo l’utilizzo di abilismo e omofobia come leva di marketing, ma anche l’inesistente controllo della veridicità del materiale digitale da parte della stampa. Ora ci preoccupiamo tutti di come l’Intelligenza Artificiale possa produrre dei falsi accuratissimi, ma se non siamo in grado neanche di distinguere quelli prodotti da miocuggino su Picsart direi che non partiamo benissimo”. Una critica ai media che si bevono qualunque balla social per fabbricare eroi un tanto al chilo e collezionare clic.
Ora i giornali che inventano liste di putiniani e calpestano la privacy di gente comune con nomi e foto segnaletiche (ricordate l’insegnante innamorata dell’allievo?), gli stessi che han trasformato la scaramuccia social sulla pizzeria in affare di Stato, spacciano quel post di puro buonsenso per “istigazione al suicidio”, “odio”, “porcata”, “gogna Selvaggia”, “Selvaggia con l’arsenico”, “massacro”, “linciaggio”, “forca”, “lapidazione”, “cyberbullismo”, “delazione”, “grilletto facile”, “naufragio della ragione”, “nuovo affare Dreyfus”. Costretti da anni a scopiazzare gli scoop di Selvaggia, spesso senza citarla, non vedevano l’ora di vomitare la loro bile contro il suo coraggioso talento (e contro il Fatto). StrepitosoLibero, che la insulta per tre pagine e poi titola: “Ferragni, spunta una nuova tegola”. Da premio Puzzer.
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