sabato 23 dicembre 2023

L'Amaca

 

La coppa dei faraoni
DI MICHELE SERRA
Chi avesse dubbi sulla struttura e le intenzioni della ipotizzata Superlega di calcio può chiarirseli in un paio di minuti: basta leggere l’intervista rilasciata al Corriere dello sport dal presidente del Napoli De Laurentis. Secondo il quale il nuovo campionato dovrebbe chiamarsi Serie E, come élite, e ammettere solo squadre di grandi città, le uniche in grado di garantire un bacino di utenza appetibile per il business.
Niente promozioni o retrocessioni, il merito sportivo è roba vecchia. Se la squadra di una piccola città dovesse vincere tutte le partite, peggio per lei: rimarrà nel limbo sottostante a fregiarsi del titoletto di “regina dei poveri”.
Potrebbe battere il Real Madrid? Non lo sapremo mai, perché non potrà mai incontrarlo. In paradiso, con il posto fisso, solo i ricchi, quelli che ce l’hanno grosso (lo stadio) e possono ripagare gli investimenti. La mobilità sportiva, se le cose dovessero andare come spera De Laurentis, ricalcherebbe dunque la mobilità sociale al tempo dei Faraoni.
La speranza di quelli che vedono un’ipotesi del genere come un detestabile sopruso, anche se il sopruso stesso dovesse favorire la loro squadra (la mia è più grossa di quella di De Laurentis) è che la Superlega deleghi a De Laurentis la sua comunicazione: già il nome proposto, Serie Èlite, quanto a pacchianeria fa ombra a Briatore. Basta che De Laurentis aggiunga un paio di frasi a quelle già pronunciate con schietto disinteresse per lo spirito sportivo, e l’opposizione alla Superlega crescerà impetuosa. Una eventuale discesa di De Laurentis in politica sarebbe una scossa decisiva per ridare vita ed entusiasmo alla sinistra.

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