Farmaci e brevetti, le lobby vincono ancora in Europa
IL RAPPORTO - Fatto sparire e rimesso online solo come “bozza”
DI Alessandro Mantovani
Lo scandalo dello studio “censurato” sull’accesso ai farmaci, rimosso dal sito del Parlamento Ue perché non piace alle grandi aziende del settore, è finito con una sconcertante ricomposizione della maggioranza che sostiene Ursula von der Leyen. I socialisti hanno ceduto ai popolari e “perdonato” gli eurodeputati Pernilla Weiss e Christian Ehler, entrambi del Ppe, la prima componente danese e il secondo presidente tedesco dello Stoa Panel, il comitato su Scienza e tecnologia. I due, che secondo Politico.eu sono legati sentimentalmente, si erano fatti interpreti delle preoccupazioni di Big Pharma per i contenuti del rapporto intitolato “Migliorare l’accesso ai farmaci promuovendo l’innovazione farmaceutica”, a firma degli economisti Simona Gamba della Statale di Milano, Laura Magazzini della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa e Paolo Pertile dell’Università di Verona. Il 19 ottobre è stato presentato al Panel, il 27 è stato messo online e il 30 è sparito, come abbiamo scritto il 1° novembre.
Lo studio, che mette in luce le criticità dei brevetti farmaceutici troppo lunghi e la possibile utilità di un’infrastruttura pubblica per la ricerca e la produzione di farmaci e vaccini, è stato ripubblicato due giorni fa sul sito dello Stoa Panel, ma in una versione draft, cioè una bozza superata. Nella sostanza cambia poco, segnala però che non si tratta di un documento definitivo, tanto che sul sito sono pubblicate le domande di Weiss ed Ehler alle quali gli autori risponderanno a breve. Una dichiarazione formale dell’ufficio di presidenza dello Stoa Panel ha chiuso la questione affermando che “nessun membro dello Stoa Panel ha tentato di tenere questo studio fuori dal pubblico dominio”, quando neppure Weiss risulta aver smentito il suo coinvolgimento. Per non dire dell’asserito rispetto delle procedure, la cui violazione era stata invece denunciata dalla socialista portoghese Maria Leitão-Marques, poi sostanzialmente sconfessata dal collega lussemburghese Marc Angel nell’ufficio di presidenza. “A joke”, una barzelletta, uno scherzo: così Dimitri Eynikel di Medici senza frontiere ha definito la dichiarazione dell’ufficio di presidenza. Allo Stoa Panel ne riparleranno il 23 novembre. Diverse fonti accreditano perfino un intervento diretto di Efpia, la Federazione delle aziende farmaceutiche europee, sul segretariato tecnico dello Stoa: abbiamo chiesto una conferma o una smentita al segretariato, che non ha risposto. Efpia ha pubblicato in seguito un controrapporto della società di consulenza Dolon: sulla scorta di modelli matematici afferma che la riduzione della durata dei brevetti cancellerebbe miliardi di euro di investimenti nella ricerca e 16 milioni di anni di speranza di vita per la popolazione dell’Ue.
Dei contenuti dello studio italiano, che analizza oltre 200 pubblicazioni e le opinioni di numerosi addetti ai lavori tra i quali anche manager delle aziende del settore, si parla intanto nella commissione Envi (Ambiente, salute e sicurezza alimentare) dell’Europarlamento, che discute della nuova normativa europea sui farmaci. Nella proposta dalla Commissione guidata da Ursula von der Leyen, elaborata dopo le critiche per la gestione dei vaccini Covid, c’è la riduzione da 8 a 6 anni della durata iniziale dei brevetti farmaceutici. La decisione finale però toccherà al Parlamento che sarà eletto a giugno 2024
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