venerdì 17 novembre 2023

L'Amaca

 

Il dibattito no! Meglio la rissa
DI MICHELE SERRA
Il presidente di Coldiretti, Prandini, è uscito pazzo. Ha avvistato davanti a Montecitorio un paio di deputati contrari alla legge che proibisce produzione e commercio di carne coltivata e si è avventato contro di loro insultandoli e smanacciandoli. Il video, come tutti i video di risse, ha qualcosa di violento e qualcosa di ridicolo. La percentuale di ridicolo aumenta se si considera che Prandini è persona di grande potere: dunque tenuta, prima di chiunque altro, a rispettare la forma. Per giunta stava passando a larga maggioranza, in Parlamento, la “sua” legge, fortemente voluta da Coldiretti. Dunque Prandini, nel caso in questione, è il tipico lupo che, da posizione di forza, aggredisce l’agnello (superior stabat lupus…) Coldiretti è, da tempo immemorabile, un’associazione di categoria, un vettore di voti e un’agenzia di influenza sui governi (tutti). Qualcuno dice che il vero ministro dell’Agricoltura non sia il cognastro (cognato-ministro) Lollobrigida, ma Prandini. Di Coldiretti è la scelta di bandire a vita la carne coltivata (definita, con un falso scientifico, carne sintetica). Che è una strada piena di incognite, prima tra tutte la brevettabilità e dunque la privatizzazione del ciclo del cibo; ma ha il merito, non piccolo, di proporre un’alternativa al mostruoso presente della produzione agroindustriale di carne nel mondo, fondata sugli allevamenti intensivi e molto inquinante. Il classico argomento, dunque, da discutere con calma, con le dovute pezze d’appoggio scientifiche e con rispetto delle posizioni difformi.
Ma “discutere con calma” non fa parte delle priorità di questo gruppo di potere. Se qualcuno disturba, gli si dà uno spintone e gli si urla “delinquente!”. Governare è troppo complicato, meglio comandare.

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