martedì 17 ottobre 2023

Un altro punto di vista


Piergiorgio Odifreddi
- Padre Pio era un ciarlatano-

Francesco Forgione (1887-1968) in arte Padre Pio fu ordinato frate nel 1910.

 Immediatamente gli vennero le stimmate per poi scomparire  subito dopo.

Nel 1918 le stimmate tornarono. Lo spettacolo delle ferite  che sanguinavano mentre il frate diceva messa fece accorrere le masse,  oltre che (finalmente) i medici.

Nel 1919 uno di questi visito' il frate  e noto' che le piaghe erano superficiali, e presentavano un alone del  caratteristico colore della tintura di iodio.

La diagnosi fu confermata  dal perito ufficiale inviato dal Santo Uffizio, che attribuì alla  tintura di iodio lo sviluppo e il mantenimento delle lesioni, in origine  superficiali e di natura patologica (necrosi della cute). Secondo i  confratelli, Padre Pio versava acido fenico, acido nitrico e acqua di  colonia sulle ferite "per attutire a scopo di umiltà il suo odore di  santità".

 Nel 1920 anche Padre Gemelli visitò il frate, e dopo aver  dichiarato che le stimmate erano di origine isterica cercò di farlo  internare.

Nel frattempo il  frate si era schierato a favore dei fascisti.

Il giro di denaro delle  offerte minava il voto di povertà dei cappuccini, e la spartizione del  bottino spesso degenerava in rissa. Il culto dei devoti, alimentato dal  commercio dei panni sporchi del sangue delle stimmate, sconfinava  nell'idolatria pagana. Il flusso dei pellegrini interferiva con la  supposta clausura dell'eremo, e le visite notturne al convento di  sedicenti "figlie spirituali" davano adito a pettegolezzi poco  edificanti.

Dopo che l'arcivescovo di Manfredonia dichiarò che  Padre Pio era un indemoniato, e i frati di San Giovanni Rotondo una  banda di truffatori, il Santo Uffizio dovette correre ai ripari.

Nel 1922 ordinò al frate di indossare guanti senza dita per nascondere  le stimmate.

Nel 1923 decretò che non si era in presenza di alcun fatto  soprannaturale.

Nel 1924 ammonì i fedeli ad astenersi dal mantenere  qualunque rapporto, anche epistolare, con Padre Pio.

Nel 1931 privò il  frate di tutte le facoltà religiose, salvo quella della messa, che però  poteva celebrare solo privatamente.

Due visite ispettive,  ordinate dalla Santa Sede nel 1927 e 1928, stabilirono che la situazione  nel convento di San Giovanni Rotondo era solo un aspetto di un grave  disordine morale del clero foggiano, che indulgeva in ogni sorta di  allegria: "corruzioni, ruberie,ricatti, peccati della carne, simonìa  (delitto consistente nel vendere o comprare cose sacre) odi e vendette". 

E proprio questa fu la salvezza di Padre Pio che propose al Vaticano un  patto fra "gentiluomini": la mancata pubblicazione di alcuni libelli  sull'edificante situazione (confezionati nel 1931 e 1933 dai seguaci del  frate), in cambio della revoca delle disposizioni nei suoi confronti. 

Nel 1934 la Santa Sede cedette, pur reiterando che padre Pio non doveva  trasformare la messa in uno spettacolo da baraccone, che le donne non  potevano rimanere a dormire al convento, e che il commercio delle pezze  insanguinate era severamente proibito.

Ormai il frate aveva  ottenuto l'impunità, e decise di dedicarsi alla costruzione del suo  monumento: un ospedale divino.

 Un misterioso finanziamento di 300  milioni di allora arrivò dalla Francia nel 1941, forse da un conto  estero nel quale erano state "fatte affluire" le offerte dei fedeli.

 L'ospedale fu inaugurato nel 1956, e fa parte dell'unico vero miracolo  di Padre Pio: la trasformazione di San Giovanni Rotondo in un potentato  economico completo di alberghi, pensioni, ristoranti, bar e negozi di  ogni genere.

 Oltre che di un enorme tempio progettato da Renzo Piano,  con la capienza di 30000 posti (in un paese che conta 27000 abitanti).

Con l'avvento di Giovanni XXIII, che non credeva affatto alla santità  del frate, ordinò nel 1960 un'ispezione a San Giovanni Rotondo.

Si  stabilì che moltissimi frati possedevano automobili private e gestivano  personalmente grandi somme di denaro, nonostante il voto di povertà.

Le  donne continuavano a pernottare nel convento e il commercio delle  reliquie non si era affatto fermato.

Nel 1961 il Santo Uffizio tornò a  segregare Padre Pio e a prendere il controllo del convento.

Con  l'elezione di Paolo VI il frate potè tornare a svolgere le sue attività. 

In cambio, la Santa Sede pretese e ottenne di essere nominata erede  universale nel suo testamento.

 Alla sua morte, avvenuta il 23 settembre  1968, Padre Pio effettuò un ultimo miracolo: le stimmate erano sparite  senza lasciare traccia, e lasciando invece ovvi sospetti sulla loro  esistenza.

Giunge infine l'operazione di canonizzazione,  orchestrata in modo da confluire nel gran -business- del Giubileo, da  parte di Giovanni Paolo II il 16 giugno 2002.

(Piergiorgio Odifreddi)

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