Osservo le bombe dalla mia finestra
di Aya Ashour
Avete mai sentito il rumore del vostro cuore che batte di paura ogni volta che inizia la notte? È quello che mi succede dall’8 ottobre sempre dopo il tramonto, quando l’esercito israeliano di occupazione comincia a lanciare bombe a caso dalla frontiera e i caccia dell’aviazione bombardano le case “sicure” dei civili. Ormai capisco dal rumore se si tratta di artiglieria o bombardamenti dal cielo; infatti, il boato dei caccia è più forte e poi… l’aria viene illuminata da una luce rossa e, quindi, si percepisce il suono del missile mentre impatta, poi trema tutto sotto di noi, come fosse un terremoto. E arriva l’esplosione: un rumore terrificante. Ogni notte ho la sensazione che la morte sia lì, a pochi passi, che si stia avvicinando alla mia casa, con trenta persone dentro. E al mattino non riesco davvero a credere di avercela fatta ancora una volta, di essere sopravvissuta, di vedere la mia casa ancora in piedi. Finora, secondo i dati del nostro ministero della Sanità, dovrebbero esser stati uccisi più di 6.000 palestinesi, di cui 2.500 bambini. La mia amica Farida al-Ghoul ha perso il suo fidanzato, Yasser Barbakh, in un bombardamento di un caccia israeliano che ha colpito una casa accanto alla quale lui forniva servizi di assistenza agli sfollati. Farida mi ha inviato questo messaggio: “Aya Yasser mi aveva detto: ‘mezz’ora e ti chiamerò’. Non mi ha ancora chiamato… ma mi aveva promesso che ci saremo sposati dopo la guerra”. Mi sono appisolata. Sono circa le due e i rumori dell’artiglieria mi hanno svegliata. Rumore di vetri rotti, cadono pietre. Stanno colpendo le case qui intorno. Una granata è caduta sulla casa di fronte, un’altra è caduta senza esplodere. Quando toccherà a me? Scrivo mentre continuo a sentire il rumore delle esplosioni, faccio una foto a quel che si vede dalla mia finestra, il cuore batte forte.
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