venerdì 6 ottobre 2023

L'Amaca

 

Lewis Carroll prende il taxi
DI MICHELE SERRA
Come aumentare il numero dei taxi circolanti mantenendo invariato il numero dei tassisti? I nuovi indirizzi del governo in materia sembrano ispirati da questo fantastico paradosso matematico, degno di Lewis Carroll. Nuove licenze saranno concesse ai titolari di quelle vecchie. E, se abbiamo ben capito, in caso di licenze nuove-nuove (cioè concesse, con inaudito arbitrio, a chi non è già tassista autenticato), sono previsti forti indennizzi ai vecchi licenziatari.
La vicenda comincia a essere veramente appassionante. Conferma che la natura corporativa di quel servizio pubblico non può essere messa in discussione; anzi, è uno dei capisaldi dell’identità nazionale.
Forse un giorno riformeremo la Giustizia, forse addirittura il Fisco, forse passeremo al monocameralismo, forse torneremo alla monarchia, forse diventeremo un protettorato cinese. Tutto è possibile, non la riforma dei taxi. Non trovare un taxi a Roma.
La cosa più divertente è che le prime reazioni delle associazioni di categoria, fin qui, non sembrano benevole. È come se il solo pronunciare la parola “taxi”, per giunta abbinandola al concetto di “regole”, fosse una profanazione.
Azzardo un modesto suggerimento, da parte di un utente molto devoto ai taxi: autogestione integrale. Si faccia una legge che assegna ai tassisti in carica l’autogoverno totale, con veto perenne a qualunque autorità, civile e religiosa, di interferire o di legiferare in materia.
Come in certi gloriosi moti anarchici del primo Novecento: insurrezione!
Autogestione! Abolizione di ogni legge e gerarchia! Sarebbe un modo, tra l’altro, per traghettarli finalmente a sinistra.

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