Già in tempi lontanissimi uno dei precetti fondamentali del diritto romano era:
Alterum non laedere
Non danneggiare gli altri.
Non danneggiare gli altri, appunto. E allora rientriamo ai giorni nostri: se fosse applicato alla regola questa norma, non si starebbe tutti meglio?
Guardiamoci intorno: da decenni abbiamo fatto finta di nulla, relegando un popolo, non dei soggetti, un popolo, in gabbia senza dar peso a decine di risoluzioni del Circo chiamato Onu; abbiamo fatto finta di nulla, tanto la foia di progredire in quel marcio processo innovativo che in realtà altro non è che un costante e infinito regredire, in logica, in convivenza, in socialità, è costantemente in crescita. Tutto ruota attorno alla ricchezza, al potere, al successo.
E il popolo di Palestina, privato della sua terra, ha subito dal dopoguerra incresciosi sgarbi e abomini di cui tutti, ma proprio tutti, siamo responsabili.
E la segregazione ha agevolato la nascita di movimenti come Hamas che per efferatezza e spietatezza ricorda da vicino epoche come quella nazista. Ma il popolo palestinese non è Hamas, bensì composto da bimbi, da giovani, da madri, da uomini che vorrebbero semplicemente vivere nella loro terra, possibilmente in pace.
Questo non è possibile, ad oggi, perché il nemico numero uno del popolo palestinese, che è pure democrazia, attualmente è diretto da un malvivente scalmanato, onnivoro di potere, che per sfamare la sua avidità ha stretto accordi con lestofanti fascisti iper tradizionalisti.
Hamas ha infamato la causa giusta del popolo palestinese. I bimbi martiri saranno la tomba delle loro angherie.
Israele distruggerà la striscia di Gaza ed il mondo farà un ennesimo, mastodontico passo indietro, autostrada per l'autodistruzione.
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